Parrocchetto ondulato, pavoncella mascherata, pappagallo panciarancio, germano del Pacifico, piccione della spinifex… Ossia un’altra puntata di uccelli australiani sempre più belli e sempre più assurdi! 🐦
Premessa. Perché parlare di parrocchetto ondulato o pavoncella mascherata
Effettivamente: già dai termini sembrano difficili! Che ce ne importa di questi pennuti?
Risposta: importano perché sono unici, simpatici, divertenti, e mi rendono pure un po’ poetica. Scusate se è poco. Iniziamo!
La cocorita / parrocchetto ondulato
Australiano di nascita, il parrocchetto ondulato o cocorita (in inglese Budgerigar, detto “Budgie”) è il più diffuso al mondo tra gli uccellini “da compagnia”. E già qui iniziano le perplessità: come ci siamo permessi di prendere una creatura estremamente sociale, che vive in zone desertiche in gruppi di anche mille esemplari, non poco badass insomma, e mettercene una coppia in casa, magari in una gabbia minuscola?
Provate a guardare uno stormo di cocorite selvatiche in volo, non vedrete mai più quelle domestiche con gli stessi occhi. La loro apparizione corale è uno spettacolo maestoso, che mi obbliga a includere un video qui sotto. Nella calura australiana, volteggiano a centinaia in cerca di uno specchio d’acqua, e quando finalmente lo trovano, sono così tante da doversi alternare per atterrare a dissetarsi – anche per non finire predate da qualche dingo! -, il che dà luogo ad evoluzioni sempre nuove mentre si danno il cambio. Sono così veloci che fanno anche venti sorsi d’acqua in un secondo!
Il parrocchetto ondulato è stato molto sfruttato per fare da cavia nelle sperimentazioni sugli incroci tra colori. Vi ricordate gli esperimenti di Mendel con le piantine di piselli, per identificare i geni dominanti e recessivi? Gli allevatori amano fare qualcosa di simile con le cocorite, e oggi ne esistono più di trenta mutazioni. Le più diffuse sono quella azzurra e quella gialla; per distinguersi dalle quali, la cocorita originale si chiama anche ancestrale. Vorrei proprio sapere lei, la cocorita, che opinione ha in proposito!
La pavoncella mascherata
Abitante non dei rami, ma del terreno, la pavoncella mascherata (Masked Lapwing) è la versione locale delle vecchiette di paese che siedono sul ciglio della strada osservando i passanti, e chiedendo ai più giovani “Di chi sei figlio?”, per poi rispondere “Bravo!”. La pavoncella fa esattamente questo, e proprio come gli anziani non dorme quasi mai; spesso l’ho incontrata lungo le strade di campagna, e c’è mancato poco che non si mettesse a inquisire anche me.
Però non vi colga in errore la sua apparente indolenza: questo uccello è dotato di due sorprendenti speroni gialli sul davanti delle ali, per difendersi dai giovinastri che tentano di coglierlo in fallo per scippargli la pensione appena ritirata (nella foto li tiene celati).
Quanto alla maschera del nome, gialla (in tinta con gli speroni) e dall’aria posticcia, in mancanza di certezze tiro a indovinare che, molto prosaicamente, serva alla pavoncella a coprire le rughe.
Il pappagallo panciarancio
Preziosissimo uccellino gialloverde dall’inconfondibile macchia arancione sul ventre, il panciarancio (Orange-bellied Parrot) è ormai talmente raro che in tutto il mondo ne rimangono solo poche decine di esemplari. Pochi e anche choosy, direbbe qualcuno: vivono sulla costa Sud dell’Australia e per l’estate migrano fino in Tasmania, andando a nidificare nel loro angolo di mondo preferito sfidando i pericolosi falconi predatori, le intemperie e fatiche varie. Eppure a loro piace figliare solo lì, non vogliono sentir parlare di ripiegare su una location più pratica… E sono così belli che nessuno osa contraddirli.
I panciarancio sono come la rosa incantata della Bella e la Bestia, una meraviglia a orologeria che una volta caduto anche l’ultimo petalo è finita per sempre. O come l’effetto Proust, quei guizzi di memoria involontaria che ci prendono quando qualche odore inatteso ci riporta istantaneamente a tutto un passato dimenticato: fugaci, di inestimabile valore, e che una volta svaniti è probabile che non tornino più.
Per contrastare questo concreto rischio di estinzione, in alcuni parchi faunistici negli ultimi anni sono incominciati programmi di allevamento in cattività, finalizzati alla riproduzione e a un eventuale rilascio in natura. Però non sta funzionando proprio benissimo: i nuovi esemplari, discendendo tutti dalle stesse poche coppie e avendo quindi un patrimonio genetico imperfetto, sono ancora più delicati. Il piccolo panciarancio rimane quindi critically endangered, poverino. In effetti anche le atmosfere dimenticate si possono rievocare tramite un odore solo finché questo è nell’aria… Ma se scompare, il cervello non è in grado di ricostruirselo mentalmente da solo, da zero. Che sia un monito?
Il germano del Pacifico
Nel mondo faccio parte di due minoranze: quella dei mancini, e quella di coloro che invece di “anatra” dicono “anitra”. La trovo una parola semplicemente stupenda, e la scandisco ad alta voce non appena ne ho occasione, guadagnando immediatamente due punti felicità. Quest’anitra (Pacific Black Duck) rappresenta in Australia quello che per noi europei è il germano reale, la varietà più comunemente avvistata persino nei laghetti urbani. È la normalità, l’abitudine a cui non si fa più caso, che si dà per scontata.
E qui torniamo ai ricordi sopiti e risvegliati, perché un giorno, mentre uno sfacciatissimo germano del Pacifico a momenti mi apriva la borsa pur di rimediare del cibo da smozzicare, mi è tornato in mente il nostro germano europeo, scoperchiando il vaso di Pandora dei ricordi. L’avevo rimosso dalla memoria e ora ricompariva così, proprio come ad Andromaque, l’esiliata di Baudelaire, tornava il ricordo del suo mondo precedente, mentre osservava la sua nuova terra straniera. E guarda caso anche la sua poesia si fondava su un pennuto, e parlava di strappo dai propri luoghi, di Parigi e di struggimenti. Mannaggia ai volatili.
Il piccione della spinifex
Per me il piccione della spinifex è un po’ il cugino esotico del già alquanto esotico piccione crestato (descritto in questa puntata), oppure la versione anticoegizia del suddetto piccione, con i suoi colori accesi, l’occhio imbellettato di matita kajal nera, e quell’ornamento verticale in fronte (che sarebbe una crestina erettile). Ama farsi immortalare di profilo come in un geroglifico, e ha l’aria di chi, non avendo ben capito cosa succede, confida nella venuta di Anubi. Una religiosità zoolatrica, un po’ come la mia. Sedentario, vive in territori aridi vicino alle fonti d’acqua permanenti, come gli antichi egizi lungo il Nilo. Gli manca solo il limo! Ci dicono che è australiano, ma per me è una storia falsa.
Ma da dove viene quel suo nome strano? Spinifex è un’erba cespugliosa dell’Australia centrale, non solo prediletta dal nostro piccione come alimento, ma molto usata oggi (e dagli aborigeni da ben prima di oggi, ci facevano persino la farina) come trattamento contro i disturbi della pelle; si può anche assumere come essenza, per depurarsi (per questo il piccione appare sempre alquanto posato). Con le nanocellulose della Spinifex si producono persino preservativi ultraresistenti!
VAI ALLE ALTRE PUNTATE DI BADASS BIRDS! 🐦
• Vol. 1, l’inizio: la gazza australiana, il cacatua ciuffo giallo, il piccolo pinguino blu, il lorichetto arcobaleno, lo storno triste.
• Vol. 2: l’emù, il kookaburra sghignazzante, lo scricciolo azzurro splendente, l’ibis, la calopsitta.
• Vol. 3: l’uccello lira, il casuario del Sud, la rosella, la balia ventrerosa, il pellicano australiano.
• Vol. 4: la beccaccia di mare orientale, il cigno nero, l’uccello beccaio pezzato, il tacchino di boscaglia australiano, il piccione crestato.
• Vol. 5: l’uccello giardiniere satinato, la civetta ululante, il podargo strigoide, l’oca di Cape Barren, il pinguino imperatore.
• Vol. 7, speciale pappagalli: il pappagallo ecletto, il pappagallo re australiano, il pappagallo della Principessa Alessandra.
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