Benvenuti su un post sull’amore e sulle calopsitte.
Errori di percezione: prima delle calopsitte
Il pregiudizio è il contrario del cinguettio.
Io credevo che gli uccelli, specialmente quelli più piccoli, fossero poco più che animaletti volanti con le penne al posto dei peli, il pensiero mobile, la vocina delicata e l’indole diffidente, facilmente incline a spaventarsi. Li spiavo con sospetto. Si teme sempre un po’ la descrizione di se stessi.
Poi, qui in Australia, ho conosciuto le calopsitte. Prima solo in fotografia, poi in carne e ossa (ossa delicatissime, e piume soffici come l’indulgenza), e la mia vita è un po’ migliorata. Grazie a due calopsitte indigene, centrali nella mia vita a Melbourne. La mia versione personale dei pesci rossi di Matisse.
Due creaturine alate che mi illustrano i comportamenti e i sentimenti del mondo aviario. Mi insegnano virtù di fondamentale importanza, come lo stare al mondo con grazia e con amore, o il valore della pazienza e della dedizione. E ultimamente anche della resistenza.
Un’oasi di pace a Melbourne: l’orto condiviso di St Kilda
Questi due uccellini speciali si affaccendano nella voliera dell’orto condiviso di St Kilda, un’isoletta di pace proprio accanto alla variopinta vitalità dei ristoranti di Acland Street, del Luna Park e della striscia di lungomare più animata della città.
Un giardino dove chiunque, dopo aver scalato con tenacia le posizioni di una ferrea lista d’attesa e per una spesa simbolica, può diventare responsabile di una delle 140 aiuole, decorarla a piacere e farci crescere i propri ortaggi, fiori, volendo anche piantarci decorazioni e opere d’arte. Ci si può occupare delle galline, e in cambio portarsi a casa le uova – insieme all’onore di godere della fiducia di animali tanto sottovalutati quali i buffi pennuti ovulanti.
Inoltre ci sono le casette per i porcellini d’india e per i pipistrelli, anche se i pipistrelli a Melbourne, a differenza di Sydney e di Brisbane, non li ho mai visti nemmeno di notte… Ma le casette sono fluo e bellissime. Per i nostalgici dell’Europa, sorge persino una Tour Eiffel reinterpretata dalla semplicità Aussie. Un ambiente sorridente, onirico, terrigno, che si direbbe pennellato da Chagall.
Vengo spesso qui a passeggiare. La voliera è stata da subito uno di quei posti dove ho piantato radici sempre più profonde, a furia di spandere semini di curiosità. Ci sono cocorite, canarini, fringuelli, quaglie… tutti inabili alla vita là fuori per qualche motivo, e quindi lì riuniti in condominio. Ma per me, soprattutto, ci sono le calopsitte.
Si riconoscono dalla loro crestina vezzosa e soprattutto dagli immotivati, gratuiti, irresistibili pomellini rossi sulle guance, che nessun umano avrebbe saputo disegnare con più precisione. Forse giusto Mirò.
Come chiamare le calopsitte
Queste due calopsitte hanno tanti nomi. Per me sono Smoothie & Scone; per gli altri umani non so. Nel linguaggio volatile, Scone, la femmina, si chiama con un lungo trillo ripetuto. Smoothie, lui, non si chiama, non ce n’è bisogno: orbita sempre attorno a Scone, protettivo, senza mai perderla di vista, cosa che a lei non sembra affatto dispiacere. È una vecchierella grigia con qualche problema di deambulazione e uno scarso interesse per le cose di questo mondo, all’infuori di Smoothie, dei semini di grano e delle canzoni di Natale; lui al contrario è di un giallo diluito, curiosissimo e pieno di vita.
Secondo me in una vita precedente erano due pittori, o comunque artisti, per come osservano ogni cosa sempre subordinandola a una loro misteriosa visione. Sono complementari e inseparabili. In pratica, sono me e A. in versione pennuta, uguali uguali, e ho anche il sospetto che lo sappiano, per come si lasciano vezzeggiare da noi due attraverso la rete. Smoothie chiede proprio i grattini.
Osservandoli ho imparato a distinguere mille diverse sfumature del loro comportamento: so quando sono incuriositi, sovreccitati, contrariati, vanitosi, assetati, impauriti, accaldati, tristi, persino quando se la tirano (svolazzano in giro con fare di superiorità, per intimorire gli altri ospiti della voliera, che ritengono senza dubbio inferiori).
Come conquistare le calopsitte
Le calopsitte amano che si fischietti per loro, ma non tutte le canzoni vanno bene. Dipende dai gusti, come per noi.
Smoothie ama le melodie ritmate, come la sigla degli Addams o la marcia imperiale di Star Wars; Scone si anima solo con le canzoni di Natale, nient’altro. Jingle Bells è in grado di farla arrampicare, con fatica data l’età, su per le maglie della rete della voliera fino a posizionarsi in vista di una comoda, ravvicinata fruizione della canzone, auspicabilmente ripetuta all’infinito. Quando mi vede arrivare, inizia a inerpicarsi pian piano, e aspetta felice la sua Jingle Bells. Dopodiché ripristina l’aria assente e zoppica via, appagata.
Come amano le calopsitte
La scoperta più bella che ho fatto grazie a loro è che le canzoni umane avvicinano anche gli uccellini. Quando fischietto abbastanza a lungo, Smoothie si avvicina a Scone e si mette a cinguettare a sua volta, per lei. Le canta. Intona un motivetto stonato, ma che per lei deve senz’altro essere il più melodioso che ci sia, perché si acquatta vicina a lui, socchiude gli occhietti e sbatte il becco per il piacere; dopodiché Smoothie china la testina e gliela porge, chiedendo di essere “preenato” (il preening è lo sbecchettarsi a vicenda dei partner, per sistemarsi le penne e mantenersi in ordine). Lei si presta, ma siccome lui se lo lascerebbe fare per ore, dopo un po’ protesta e lo manda a lavurà. Io e A. Tali e quali.
Non sono nemmeno una fan del romanticismo, ma queste due bestiole che si prendono delicatamente cura l’una dell’altra mi smuovono qualcosa dentro, qualcosa che se anche mi mettessi a colorare all’infinito non saprei mai rendere.
Come curarsi con le calopsitte
Nei periodi più bui della mia depressione clinica, solo Smoothie e Scone sono riusciti a farmi sorridere. Quando non volevo andare da nessuna parte, riuscivo comunque a portare loro un pezzettino di cartone per farli giocare. Adorano addentare il cartone. Venivo ricompensata con espressioni di gioia, saltelli e trillini, sia loro che miei.
Tante volte mi sono chiesta cosa ci sia in loro che non trovo negli umani. Forse la certezza di non essere abbandonata o pugnalata, un domani. E a loro non devo spiegare perché là fuori mi porto ovunque lancia e scudo. Lì posso togliermi l’armatura e respirare un po’. Miracoli delle terapie moderne.
Da due a una
Qualche settimana fa, passando come al solito, ho trovato Smoothie nervoso, non trillava. Ho aspettato, ma Scone non è uscita dalla sua casetta di legno. Nemmeno la volta dopo, anche se già avevo intuito. È morta di vecchiaia, mi hanno detto. L’estate torrida. Negli ultimi tempi faticava a stare sveglia.
Continuo a parlare di lei al presente, almeno finché lei c’è ancora per me e per Smoothie. Non c’è e c’è, come in un Magritte dove tutti i colori sono ben stesi eppure qualcosa non va.
Lui vorrei poterlo consolare, ma sono certa che abbia già ben chiari i meccanismi della scomparsa e della perdita, insieme alla loro ineluttabilità. Se ne sta in un angolino, fisso; quando arrivo accorre comunque, ma non cinguetta più. Niente più trillini festanti. Ammutolito. Chiede amore. Quando vado via chiama a lungo, finché non sono troppo lontana per sentire il suo equivalente del pianto.
L’ultima volta però gli è scappato un timido “cip!”, e lì ho capito che il tempo avrebbe fatto la sua parte, magari con un aiutino.
Ho messo un annuncio in giro, sperando che qualcuno abbia una calopsitta da ricollocare per fare compagnia a Smoothie. Andrà a finire che gliene prenderò io una. Anch’io vivo con una rete a maglie di ferro intorno a me, ma ho pur sempre un cuore e un paio d’ali.
EDIT – Un mese dopo
Informazioni per visitare il giardino
- VEG OUT COMMUNITY GARDENS ST KILDA
Ingresso: Chaucer Street angolo Shakespeare Grove
Orario estivo: h. 9-18
Orario invernale: h. 9-16
(Attenzione a non farvi chiudere dentro, tendono a farlo in anticipo)
Sito web: www.vegout.org.au
Per acquistare prodotti: VEG OUT ST KILDA FARMERS’ MARKET (accanto all’orto), ogni primo sabato del mese, h. 8.30-13
Sito web: https://vegoutfarmersmarket.org.au
IN ALTERNATIVA (se la lista d’attesa vi sembra troppo lunga e volete disperatamente coltivare le vostre zucche quanto prima):
- POETS GARDEN. Stesso concept, ma più piccolo e tranquillo
Ingresso: c/o Elwood+St Kilda Neighbourhood Learning Centre, 87 Tennyson Street, Elwood
Sito web: http://www.esnlc.com.au/poets-garden
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