Perdite. Di anelli, di calopsitte e d’altro

Dove vanno a finire tutte le cose che si perdono?

calopsitta che gioca in cielo con anello con brillante

Anelli

Ho perso la fede. No, non la Fede – quella, ne sono certa, non mi abbandonerà mai (la Fede è quella in James Joyce, ovviamente). La fede: quella che si porta all’anulare, con incisi all’interno una data e il nome della persona amata. Quella che speravo mi sopravvivesse.

Ultimamente mi stava un po’ larga. Ieri, bricoleuse per un giorno, ho costruito il soppalco per i miei porcellini d’India; ho mescolato il fieno; ho pulito qua e là; quando infine mi sono lavata le mani, la fede non c’era più. A. dice che salterà fuori, io invece me la immagino prosaicamente finita giù, nel nero pozzo senza fondo degli scarti organici umani, traghettata dall’indulgente oblio dello sciacquone del wc. Avrei riso molto, se non fosse che invece ho pianto.

Rimandi

L’episodio mi ha ricordato quando ero appena scampata all’attentato a Parigi. Tre giorni dopo, l’anello che porto all’altra mano, un bell’anello con il brillante, un antico regalo di lui, era scomparso. All’epoca ero dimagrita molto in fretta e l’anello si sfilava facilmente; ho pensato che dovevo averlo perso al supermercato, riempiendo i sacchetti, tra una purée de fruits e un paquet apéro di qualcosa. A sorpresa, il dispiacere non arrivava. Speravo giusto che lo trovasse qualcuno che era povero, e che ne facesse buon uso. Ero ancora troppo sconvolta dall’Apocalisse, e incredula di avere ancora braccia e gambe senza fori di pallottole; non riuscivo a provare nessun’altra emozione, tanto meno per un cerchietto di metallo inanimato. Il quale, l’indomani, è ricomparso: se ne stava tranquillo in frigo, dentro al tagliere di aringhe che avevo preparato. Discuteva di Proust insieme alle cipolle.

Calopsitte

Qui a Melbourne, quello stesso anello con brillante piaceva tanto a Smoothie. Smoothie era il mio pappagallino, la mia calopsitta.

(Ho raccontato la sua storia d’amore nel post qui sotto)

Non era realmente di mia proprietà, anche perché abitava nella voliera di un giardino pubblico; ma gli uccellini scelgono le persone, e lui aveva scelto me, salutandomi sempre con gioia nonostante la mia inabilità alla vita.

ragazza che fa la linguaccia a un pappagallo calopsitta

Conservo una sua piuma giallina in un cassetto: gli si era staccata e lui me l’ha passata attraverso la rete della voliera, sapeva che la desideravo. Voleva a tutti i costi giocare con il mio brillante, combattendoci con il becco, e io ero un’umana fin troppo permissiva, tant’è vero che ancora oggi il mio brillante rimane incastonato per miracolo. Invece la mia fedele calopsitta, dopo due anni di amicizia e trillini, non c’è più.

Rimane un brillante, solitario e solo, senza fede sulla mano compagna, e senza calopsitta che ci giochi insieme.

Legami

Dopo essere rimasto vedovo l’anno scorso, Smoothie aveva trovato un’altra compagna: Spritz. Una bella e vanitosa pappagalletta di paese, anche lei con i suoi due pomellini rossi d’ufficio sulle guance; ma che al contrario della dolcissima femmina precedente faceva sempre la preziosa, preferendo sbecchettarsi le penne e sonnecchiare piuttosto che tubare insieme a lui.

due calopsitte che dormono
Smoothie e Spritz

Spritz non mi ha mai calcolata, nonostante avessi scoperto un suo debole per la musica classica che sfruttavo a mio vantaggio per farla avvicinare almeno un po’. Smoothie non deve mai aver capito perché questa nuova amica rimanesse così sulle sue; eppure non ha mai smesso di fischiettarle motivetti e di starle vicino, protettivo, senza mai perdere il buonumore. Ricordo ancora il giorno in cui me la presentò, dopo il periodo di lutto e solitudine: era così felice! Svolazzava senza sosta da me a lei, e da lei a me, per farci conoscere, fiero e di nuovo allegro. Nei momenti bui in cui credo di non aver imparato nulla a Melbourne, il pensiero del mio buon Smoothie e di tutte le piccole cose che mi ha insegnato mi bussano delicatamente alla porta.

Assenza

Ma ora Smoothie non c’è più, e io questo non l’ho capito davvero. Non sono triste, perché tutta quella sua gioia è ancora in me e non se ne andrà così facilmente. O forse perché l’Apocalisse mi ha lasciato in pegno una certa anestesia per le morti, dalle più grandi alle più piccole. Però osservo le reazioni altrui, e quelle fanno male.

manufatto aborigeno vaso o urna con calopsitte dipinte
Vaso aborigeno con calopsitte

Adesso Spritz, al mio arrivo, invece di rigirarsi e rimettersi a dormicchiare, fa il cinguettio di Smoothie, quel verso preciso che era solo di lui e solo in risposta a me – tant’è vero che la prima volta l’ho cercato invano. Si avvicina, agitata, trilla dubbiosa in risposta alle canzoni che escono dal mio smartphone; chiama, fa il verso di lui e non sa più che altro fare. Dunque aveva sempre capito tutto, studiando me e le nostre interazioni, solo che ne aveva fatto un suo segreto.

E poi c’è il mio umano, A., che si era affezionato tantissimo alla nostra calopsitta, e che ora quando ne parliamo si fa torvo, smarrito. Provate voi a vivere a sedicimila chilometri da ogni affetto e a perdere il vostro piccolo compagno locale, il migliore, quello che non vi giudica mai, che non vi impone KPI, a cui non interessa se quel giorno siete più o meno brillanti, che chiede solo amore e grattatine sulla testolina.

uccellino calopsitta che mangia da una mano
(Un’altra calopsitta in un parco. Smoothie non ha mai chiesto cibo)

E ora io mi domando: dove vanno tutte le cose che si perdono? Gli anni contenuti negli anelli; le piume degli uccellini meno una; l’età dell’innocenza?


marinetti scatole d'amore in conserva


Lucy the Wombat

Human. Italian. Survived a mass shooting in Paris, moved Down Under for a life reboot. Blogging about Australia, Europe, Italy, beautiful creatures, post-trauma, and this strange world. (Avatar created with: "Le Bouletmaton" by Zanorg).

94 pensieri riguardo “Perdite. Di anelli, di calopsitte e d’altro

  • 27 Ottobre 2019 in 14:08
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    Una buona parte delle cose che si perdono le trova Sara Provasi, mi pare.

    Rispondi
    • 27 Ottobre 2019 in 23:11
      Permalink

      Che bello! 🙂 Infatti Sara trova molti dei carrelli che si smarriscono qui da me.
      (Su Repubblica c’è un articolo che mi ha fatto pensare a te oggi, c’erano tante bici storiche; però non ho potuto commentartelo. Ma non ricordo altro, sono in dormiveglia 😜).

      Rispondi
  • 27 Ottobre 2019 in 20:18
    Permalink

    L’anestesia per le morti la condivido.
    O forse, una forte parestesia, ecco.

    Smoothie 🙁

    Rispondi
    • 27 Ottobre 2019 in 20:19
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      Hai ragione, parestesia è il termine più adatto. Però non so se è un bene o un male. Quindi non so neanche se dirti che mi dispiace anche per te o no :/

      Rispondi
      • 27 Ottobre 2019 in 20:21
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        No, non dispiacerti.
        Non mi impedisce di essere umana o di sentire la mancanza, solo la ottunde, nasce dall’abitudine: ripetuti shock portano a una minore reattività.

        Rispondi
        • 27 Ottobre 2019 in 20:27
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          In quel senso dicevo che non so se sia meglio o peggio; rimango nel dubbio, che le domande oggi son già andate tutte. ;*

          Rispondi
          • 27 Ottobre 2019 in 20:38
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            Eh sì. Io, comunque, la vivo come una benedizione.
            Una carezzina e un grattino sulla testa a te.

            Rispondi
            • 27 Ottobre 2019 in 20:44
              Permalink

              <3

        • 27 Ottobre 2019 in 21:11
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          Stupendo!!! Grazie!! *_*

          Rispondi
    • 27 Ottobre 2019 in 22:41
      Permalink

      Grazie Paola bella ♥️

      Rispondi
  • 28 Ottobre 2019 in 02:00
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    Le cose smarrite non andavano a finire sulla Luna? Almeno secondo quel che ci raccontavano da bambini… però per me è una bella immagine, un cratere lunare pieno di cose che ho smarrito…

    Rispondi
    • 28 Ottobre 2019 in 06:35
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      Sì, nell’Orlando Furioso, Astolfo cercava il senno smarrito sulla luna 😍 (Spero di non aver sbagliato personaggio, son passati anni)

      Rispondi
      • 17 Dicembre 2019 in 08:10
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        E’ vero! Sarà per questo che gli Stati hanno fatto a botte pur di arrivarci per primi sulla Luna? Chissà cos’hanno trovato! Se non l’avete mai letto, vi consiglio il romanzo “Come la madonna arrivò sulla Luna” di Rolf Bauerdick, un racconto esilarante che mi ha fatto riflettere sulla Luna e sul suo significato per noi.
        Per rispondere alla tua domanda: le cose smarrite finiscono nel ricordo, quel posto con ampio parcheggio aperto tutti i giorni senza bisogno di prenotazione.

        Rispondi
        • 31 Dicembre 2019 in 16:03
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          Solo che a volte si smarriscono pure da lì, mannaggia a loro!! Non conosco il titolo, sembra top, grazie! E scusa anche qui per il ritardo 😀

          Rispondi
  • 28 Ottobre 2019 in 02:54
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    Io che perdo di tutto penso sempre che un giorno qualcuno mi bussi alla porta con una sacca piena di cose mie♥️

    Rispondi
    • 28 Ottobre 2019 in 06:37
      Permalink

      Io perdo poco perché ho poco, a pensarci (in senso buono) 🙂 Però sarebbe bello, alla Carramba 😄
      Ciao Ale 😘😘😘

      Rispondi
      • 21 Novembre 2019 in 08:42
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        Mi trasmetti sempre emozioni con i tuoi post. Le cose smarrite finiscono in fondo al mar😉

        Rispondi
        • 21 Novembre 2019 in 11:28
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          Dai, allora le ha trovate Ariel 🙂
          Ma la mia fede no, che intanto l’ho ritrovata, muah muah muah! 😀

          Rispondi
  • 28 Ottobre 2019 in 02:55
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    Mi piace pensare come te che le cose perdute vengano ritrovate da chi ne ha più bisogno

    Rispondi
    • 28 Ottobre 2019 in 06:33
      Permalink

      Sarebbe almeno una consolazione. 🙂

      Rispondi
  • 28 Ottobre 2019 in 04:21
    Permalink

    Vanno, certo, a finire dove finisce tutto, o meglio, dove tutto si trasforma, negli onnivori ritmi dell’universo, ma, finché noi siamo qua, in un cero modo resta nel nostro groviglio di corpo, pensieri, emozioni, ci ha trasformato, continua trasformarci, ci rende come siamo…Un abbraccio

    Rispondi
    • 28 Ottobre 2019 in 06:34
      Permalink

      Credo anch’io. 🙂 Grazie mille Silvia 😘

      Rispondi
  • 28 Ottobre 2019 in 07:11
    Permalink

    Capisco il tuo smarrimento per la perdita della fede. Io l’ho persa lo scorso anno, nel mare. E molte volte penso a come sarebbe bello se un giorno la potessi ritrovare magari dentro a un pesce, come in una fiaba che mi raccontava mia madre.

    Spero tanto tu possa ritrovarla in casa. Mia madre diceva ” la casa nasconde ma non ruba ” Hai visto mai??? Un abbraccione, ciao!!! ❤

    Rispondi
    • 28 Ottobre 2019 in 06:31
      Permalink

      Effettivamente a volte la casa rimanda fuori cose impensabili! Nel mare, l’incubo peggiore al riguardo! Magari la ritrovi in una bottiglia… Un pesce, mmm, più facile trovarci dentro anelli di plastica 🙁
      Ciao Vittyna 😘

      Rispondi
  • 28 Ottobre 2019 in 09:54
    Permalink

    Adoro il commento di Vittynablog sulla fede dentro un pesce a una che ha perso la fede a prossimità di due porcellini! 😉 🙂 🙂 🙂

    Alex

    Rispondi
    • 29 Ottobre 2019 in 12:22
      Permalink

      Ci ho pensato: chissà se me la trovano loro, c’è una possibilità (anche se non ci credo) che sia finita in qualche sacco di fieno 😍

      Rispondi
  • 28 Ottobre 2019 in 14:46
    Permalink

    Ciao Lucy, che bella la foto dell’opera di Marinetti.
    Ce l’ho anch’io! Al museo del ‘900 a Milano non uscivo più dalla sala dei futuristi.
    Forse la tua fede è là ora: se l’è messa Boccioni… l’ho visto!

    Rispondi
    • 29 Ottobre 2019 in 12:20
      Permalink

      Ma magari 🙂
      Il museo l’ho visto per la prima volta quest’anno… Non ci ero mai stata e mi stava venendo il complesso. Ci sono stata l’ultimo giorno prima di tornare quaggiù. Inutile dire che è stratosferico 😍

      Rispondi
  • 28 Ottobre 2019 in 16:49
    Permalink

    Ogni cosa rimane nel nostro personale mondo parallelo fatto di ricordi, dolori, pappagallini e oggetti smarriti. Sei grande! ❤

    Rispondi
    • 29 Ottobre 2019 in 12:19
      Permalink

      ♥️♥️♥️

      Rispondi
  • 28 Ottobre 2019 in 19:06
    Permalink

    Eh. Che bella domanda. Io non sono credente, e penso che dopo la fine delle nostre vite terrene non vi sia null’altro. Però credo anche che ci sia un attimo, l’ultimo, in cui tutto il tempo si concentra, come in Big Bang al contrario, e dove ritroviamo tutto ciò che crediamo di aver perso: amici, nemici, oggetti, emozioni.

    Rispondi
    • 29 Ottobre 2019 in 12:18
      Permalink

      ♥️
      Hai descritto una cosa che secondo me esiste, ma non per forza alla fine: l’esperienza della madeleine proustiana. ♥️

      Rispondi
  • 28 Ottobre 2019 in 21:17
    Permalink

    Pur essendo maschio adoro portare anelli (da maschio però. eh!) e tante volte anche io ho avuto vicissitudini simili alle tue, con anelli che si smarrivano nel taschino, o la persona che me ne voleva regalare uno (mia madre) che doveva fare da spola con il gioielliere perché la taglia era sempre sbagliata… Beh, la fede in fondo è solo un oggetto, per quanto tu ci possa essere affezionata. Capisco che ti dispiaccia averla persa ma… a parte che potrebbe sempre saltare fuori… la puoi sostituire con un’altra. Invece gli animaletti sono compagni unici. E non ti devi angustiare se non piangi per la loro perdita. Ti assicuro che un giorno lo farai, magari quando non te lo aspetterai più, avverrà quasi a tradimento, sbotterai e verserai le lacrime che adesso non hai versato. Lascia che le cose procedano con i loro tempi. Spesso forzarle può essere controproducente…:-*

    Rispondi
    • 29 Ottobre 2019 in 12:16
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      Vero, chissà! Gli anelli uno dovrebbe sempre comprarli di persona, anche se sono regali. Ah, comunque da ieri ne ho un altro sostitutivo, finché non vado a Milano a rifare quello vero (perché come dici tu, in fondo sono oggetti) 😊 L’unico anello sostitutivo possibile: piccolissimo con un micro teschietto 😄😍

      Rispondi
      • 29 Ottobre 2019 in 15:41
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        Comunque anche io sono affezionatissimo al mio odierno unico anello d’argento, che un tempo mi scivolava sempre perché era troppo grande, allora ho cominciato a metterlo al pollice, cosa che avevo sempre ritenuto, negli altri, di alta cafoneria! :-D… Poi un giorno ho provato a rimetterlo al medio, dove avrei sempre voluto tenerlo e… sorpresa, mi stava: mi si era ingrassato il dito! Anche se, a dirla tutta, lo tengo al medio della mano destra, non quello della sinistra dove avrei voluto averlo, perché, come intuirai facilmente da te, il medio della sinistra è leggermente più sottile per il mio anello. 🙂 Storie di anelli, per adoratori degli anelli a cui attribuiscono significati ultraterreni.

        Rispondi
        • 29 Ottobre 2019 in 19:04
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          Sì perché poi gli anelli belli, quelli del materiale giusto, sembrano sempre nuovi anche quando ce li hai da anni e anni *_*

          Rispondi
          • 29 Ottobre 2019 in 21:13
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            Il mio fedele anello d’argento, compagno di tante battaglie, che ne ha viste tante, lo indosso solo quando esco. Quindi, quando c’è stato un periodo in cui stavo male e non uscivo più di casa, si era tutto opacizzato, il poverino. Era come se il suo stato riverberasse completamente il mio.
            Poi però è bastato fargli prendere un po’ d’aria e luce per farlo tornare splendente e a essere invidiato (rodetevi il fegato nemici miei! 3:-) )
            Non essendo d’oro, non gli ho mai fatto toccare acqua, che non si sa mai, che non vorrei mi si rovinasse… 🙂

            Rispondi
            • 29 Ottobre 2019 in 21:44
              Permalink

              Quanta premura, bravissimo! Io no, non li levo mai, ma per pigrizia più che per ragionamento! Ma lo sai che, a proposito dell’anello che ti riverberava (questi segni sono fighissimi, beh il metallo come materiale è piuttosto sensibile), qua vanno ancora di moda gli anelli dell’umore? Sono pure tentata dal comprarne uno e sentirmi sweet 16 again, ma poi sono troppo brutti!

            • 30 Ottobre 2019 in 21:33
              Permalink

              Non li conoscevooo! :-O Davvero so’ brutti?! Perché mi è venuta una voglia matta di averne uno – che poi costano pure poco – ! Ma che colori fanno? Azzurrino? Viola? Beh, non so se sarebbero adatti per un maschio… 😀

            • 30 Ottobre 2019 in 21:47
              Permalink

              Di solito variano tra il nero e il blu-verde, a seconda appunto dell’umore (!) 😀 Secondo me sono anche neutri alcuni, niente di troppo femmineo! Io ne ho avuti tanti ed effettivamente sono proprio simpatici, sono le strutture fuori che qua tendono a essere per ragazzini. Ma ora mi è venuto in mente pure quel soprammobile sensibile al meteo che in caso di pioggia diventava da rosa a blu o viceversa, sempre anni novanta naturalmente, devo informarmi se anche quello lo vendono! 😀

            • 30 Ottobre 2019 in 22:10
              Permalink

              A questo punto sto seriamente prendendo in considerazione l’idea di prenderne uno! 😀 Il soprammobile ce lo avevo! Era bello! Pensa che lo avevo comprato io stesso durante una gita alle elementari – oltre a un paio di coltelli, che chissà come mai dei commercianti stronzi mi avevano venduto non tenendo minimamente conto della mia minore età; tra parentesi ci fu anche uno di noi che ci si bucò subito con un coltello comprato perché pretendeva di giocare a pallavolo tenendolo alla cintura!! quanti ricordi! – !

            • 30 Ottobre 2019 in 22:13
              Permalink

              Che volpe questo compagno! Spero che lo trovi un anello dell’umore! Anche a me piacerebbe riaverne uno ma mi sa che faccio prima a tornare in Italia, per un design sobrio 🙂

            • 30 Ottobre 2019 in 22:19
              Permalink

              Sì, non brillava per scaltrezza, però a sua discolpa si può dire che era molto piccolo e non aveva molte esperienze della vita… Tra l’altro lo facemmo cagare addosso per le conseguenze! 😀 Ci fu uno che gli raccontò di un suo amico che un giorno si era punto con una siringa e poi era morto! Dunque lui ci pensò un po’ su e poi dovette confessare ai professori quel che gli era successo per farsi medicare, temendo di morire in qualche modo per complicazioni varie! Che poi era anche uno dei miei migliori amici 😉 😀
              Per l’anello, sennò c’è Amazon e simili, anche se preferirei trovarlo altrove… Dopo faccio una ricerca e vediamo quel che si può trovare…

            • 30 Ottobre 2019 in 22:21
              Permalink

              Se poi effettivamente lo prendi fammi sapere! 🙂 L’amico della siringa era un genio del male 😀

            • 31 Ottobre 2019 in 15:52
              Permalink

              Ho letto che gli anelli dell’umore si potrebbero trovare anche in cartoleria, male che va dai “cinesi”, che vendono tutto… Sì, penso che proverò a vedere se in zona qualcuno lo vende. Se poi non dovesse piacermi posso sempre regalarlo a qualcuno. 😉
              Effettivamente quello che raccontò la storia della siringa era, ed è (suppongo), un gran stronzo. Si divertì tantissimo a terrorizzarlo. Anche se poi fu grazie anche a lui se il mio amico accettò di dire tutto ai professori e farsi disinfettare, dunque male fu, ma a fin di bene!

            • 31 Ottobre 2019 in 20:09
              Permalink

              Certo che nei commenti ai blog vengono fuori sprazzi di vita bellissimi 😀

  • 29 Ottobre 2019 in 18:44
    Permalink

    Cara Lucy mia mamma mi ripete sempre “la casa nasconde, ma non perde” quindi mi auguro che tu possa ritrovare in casa la tua fede. Fortunatamente ho perso ben pochi oggetti, ma quei pochi che ho dimenticato da qualche parte mi piace pensare che siano stati trovati da qualcuno che ne possa avere bisogno 🙂 una magra consolazione

    Rispondi
    • 29 Ottobre 2019 in 19:05
      Permalink

      Grazie Valentina cara! Spero sempre anch’io che almeno le cose non finiscano sul fondo di un cassetto sconosciuto ma vengano attivamente usate e portino del bene 🙂

      Rispondi
  • 29 Ottobre 2019 in 22:06
    Permalink

    Le cose non si perdono, cambiano semplicemente di posto. La tua fede sarà in un posto improbabile e la ritroverai oppure sarà vicino a te e resterà nascosta per sempre. Pensa solo ai calzini nella lavatrice: ne metti sempre due e ne ritrovi sempre uno solo! Ci sarà da qualche parte un raduno di calzini scompagnati…

    Rispondi
    • 29 Ottobre 2019 in 22:35
      Permalink

      Ma quanto è vera poi la storia dei calzini? Io sto sempre attentissima, faccio cernite frequenti, eppure oh, c’è SEMPRE il calzino spaiato (e non sempre lo stesso), non lo so com’è possibile!! 🙂
      Grazie mille Anto :***

      Rispondi
  • 30 Ottobre 2019 in 04:05
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    Io cerco di non pensarci alle cose che si perdono. Se tornano bene, altrimenti cerco di viverci senza. Discorso abbastanza insensibile che vale per oggetti, anelli, fidanzati e amici. Per fortuna al momento ho solo perso la scatola del telefono.

    Rispondi
    • 30 Ottobre 2019 in 05:56
      Permalink

      Ma di solito io sono superinsensibile, mi piace come strategia. Fai bene! Poi va beh, il premestruo raddoppia le reazioni (anche se sfogarsi tutto subito è salutare). Ha un senso questa risposta? 😅

      Rispondi
      • 30 Ottobre 2019 in 15:54
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        Io in premestruo mi devo trattenere perché divento super emotiva! Una volta ho pianto perché le amarene in inglese non hanno un nome specifico, scatenando l’ilarità del British boyfriend che non capiva il dramma 😀

        Rispondi
        • 30 Ottobre 2019 in 21:31
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          Ma come non hanno un nome specifico?!? Mi sembra sufficiente per scatenare una bella crisi di pms!! 😀

          Rispondi
  • 30 Ottobre 2019 in 05:01
    Permalink

    All’anestesia dell’Apocalisse mi sono venuti i brividi ❤
    Io non so dove va a finire tutto quello che perdiamo, certo mi piace immaginare che qualcuno le trovi e che nonostante siano state una sorta di fine per me, possano essere un inizio per altri invece. Magari è stupido pensarla così, eppure credo sia impossibile poter immaginare questi oggetti abbandonati o sprofondati nel nulla. Qualcosa deve pur accadere e allora perché non immaginare qualcosa di positivo? 🙂

    Rispondi
    • 30 Ottobre 2019 in 05:58
      Permalink

      La tua positività capita a fagiuolo… Magari un giorno riuscirò a smettere di immaginare il mio anello nelle fogne 😅

      Rispondi
      • 30 Ottobre 2019 in 08:40
        Permalink

        Nel frattempo, tanto per gradire e per sicurezza, ho riesumato uno degli anelli di mia mamma e me lo sono messo (al medio, così non scivola manco a a pagarlo, anzi dovranno segarmi via il dito quando vorrò levarlo).
        L’avevo sentito piangere nella sua scatolina, voglio vivere diceva.

        Rispondi
        • 30 Ottobre 2019 in 21:48
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          E allora hai fatto benissimo! Venghino gli anelli e i ricordi degli anelli, venghino! :))

          Rispondi
    • 30 Ottobre 2019 in 21:50
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      Che caro 🙂 Anche se con il punto degli amici persi hai toccato un tasto dolente qui 🙂

      Rispondi
  • 31 Ottobre 2019 in 07:01
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    A proposito di anelli, io non sono una che perde le cose, ma ho perso il brillocco che stava nel mio anello di fidanzamento. Allora, quel sasso aveva un valore economico (non miliardi x fortuna) ma aveva un valorone affettivo. La cosa comica è che lo avevo ricevuto solo, senza anello sottostante e quando l’ho portato all’orefice per farlo completare in una splendida battuta ho detto “l’ho trovato sulla spiaggia”…. Dove mi ha salutata andandosene x sempre? Sulla spiaggia 😨.

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    • 31 Ottobre 2019 in 10:33
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      Non ci credo! °_°

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  • 2 Novembre 2019 in 06:57
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    Non so perché ma leggere le tue domande alla fine del post mi ha fatto venire le lacrime agli occhi – forse è la forma molto poetica, forse che la morte degli animali per me è sempre un tasto dolente, comunque sia questo articolo è bellissimo!

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    • 2 Novembre 2019 in 09:16
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      Tu lo sai che nell’intera blogosfera sei una delle persone che stimo di più, quindi ciò mi riempie di gioia – anche se l’argomento rimane quello che è. <3

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  • 5 Novembre 2019 in 18:41
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    Hai materializzato le mie più grandi paure! Infatti anche a me gli anelli stanno solitamente larghi, e per non perderli di solito acquisto dei fermanelli stretti da mettere davanti ai miei per impedire che scivolino. Non sarà bellissimo ma meglio questo che perdere gli anelli a cui sono legatissima: una è una veretta di brillanti che era del 50° anniversario dei miei nonni! Il fatto è che le dita si gonfiano l’estate e quindi non potrei neanche farli stringere.

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    • 5 Novembre 2019 in 18:47
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      Proprio per questo non faccio stringere i miei… e che dire… per il fermanello fai benissimo. Questo mi è servito di lezione. Appena torno a Milano vado nella stessa gioielleria e faccio rifare tutto uguale. Dev’essere proprio bello un anello del 50° anniversario!!

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  • 7 Novembre 2019 in 09:18
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    Mi hai lasciata con un dubbio amletico perchè non ho mai pensato a dove finissero le cose perdute. Piango e mi dispero sul momento ma poi me ne dimentico perchè alla fine se perdo un oggetto materiale o una persona, so che ho ancora i miei ricordi che tengo stretti. O al massimo, ricompro lo getto e creo nuovi ricordi con esso.

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    • 7 Novembre 2019 in 11:30
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      Piangere e disperarsi sul momento è salutare secondo me, almeno ti esce tutto e subito!

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  • 12 Novembre 2019 in 23:19
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    Perdere fa parte della vita. Purtroppo non so dirti dove vanno a finire le cose che perdiamo, ma mi piace pensare che tutto avvenga con un senso, che ci debba insegnare qualcosa, anche se quando capita non lo vogliamo capire.

    Rispondi
    • 12 Novembre 2019 in 23:27
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      Secondo me nella realtà non è così, ma rimane la migliore interpretazione che possiamo dare ;*

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  • 16 Novembre 2019 in 00:15
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    Mia mamma due anni fa perse un orecchino d’oro da poco regalatole da mio papà. Non ti dico il cercare. Il mese scorso, nel fare il cambio armadi, lo abbiamo ritrovato in una scatola, insieme a un paio di scarpe che non indossava da un po’. Perciò non perdere le speranze! 🙂
    Per Smoothie mi dispiace davvero tanto. Il mio cane se n’è andato pochi giorni dopo di lui, e ancora non ho realizzato…
    Non so rispondere alla tua domanda, ma di certo un pezzetto di quel che perdiamo rimane aggrappato con forza al nostro cuore. ❤

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    • 16 Novembre 2019 in 11:50
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      Mi dispiace tantissimo per il tuo cane :(( Non credo al paradiso per gli umani ma a quelli per gli animali sì, quindi probabilmente lui ora sta nel paradiso dei cani e scodinzola felice. ❤

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  • 16 Novembre 2019 in 17:17
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    Mi ero persa questo post fantastico, triste e meraviglioso.
    (Mio babbo perse la fede nuziale nel wc il giorno dopo il matrimonio. Credo la abbia rifatta fare tre volte, almeno. Siamo persone dotate in famiglia)

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    • 16 Novembre 2019 in 17:19
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      Ma come, già il giorno dopo? Chissà che allegria! Anch’io ero davvero convinta di averla persa nel wc comunque. Non me la aspettavo proprio a venir fuori così, mentre nutrivo le bestiacce. 🙂

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  • 17 Novembre 2019 in 02:34
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    Che dire?! ho scoperto un nuovo termine “calopsitta” proprio non lo conoscevo… ammetto la mia ignoranza… ma sono felice che l’anello sia stato ritrovato 🙂

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  • 23 Novembre 2019 in 22:30
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    Anche io ho perso la Fede. L’ho tolta un giorno che ero molto arrabbiata e non pensavo che l’avrei più rimessa. E così è stato. Anche se ora non sono più arrabbiata e ho la sensazione che non serva averla per sentirsela addosso. E io ora me la sento proprio su quell’anulare.

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    • 23 Novembre 2019 in 21:10
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      Quella è la cosa più importante <3
      Invece a me dava proprio un senso di mancanza, anche se lo so che le mancanze sono ben altre. Per fortuna l'ho ritrovata quando non me l'aspettavo più 🙂

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  • 25 Novembre 2019 in 16:12
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    Anche a me era capitato di perdere la fede… ritrovata in un calzino dopo qualche giorno! Non so nemmeno come ci sia finita, ma l’importante è stato riuscire a recuperarla.

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  • 31 Marzo 2020 in 20:42
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    Chissà se con le cipolle avranno trovato il giusto feeling. In fondo hanno trattato un argomento abbastanza difficile, alquanto introspettivo. Io la fede l’ho tolta volontariamente all’inizio della quarantena. Semplicemente perchè non potendo venire la governante a fare le pulizie, devo farle io! E avevo paura che Si corrodesse con lo Chante clair.

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    • 31 Marzo 2020 in 18:45
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      Hai fatto bene, ogni tanto controlla che sia ancora lì, prima che te ne dimentichi 🙂

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  • 1 Aprile 2020 in 06:54
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    Le cose inutili si smaterializzano senza lasciare traccia. Le cose importanti come la tua fede si nascondono, per metterti alla prova e farti capire quanto sono importanti per te. Spesso si nascondono così bene che non le trovi più: ma rimangono “cose importanti che non trovi più”. Poi ci sono gli affetti che si perdono, anzi non si perdono: rimangono sempre con te, anche se in un altro modo.

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