I tilacini: creature speciali, uniche, iconiche. Questa è la breve storia di una scomparsa. L’ho scritta che ero molto, molto depressa.
I tilacini, o tigri della Tasmania
Il tilacino, che a meno che non vi siate fatti un giro qui in Australia potreste non aver mai sentito nominare, è un predatore marsupiale australiano.
A cosa assomiglia il tilacino
È uno strano ibrido tra: un cagnone smilzo e diffidente, una iena-lupo seria seria, e una piccola tigre in stato di allerta. Possiede un riconoscibile dorso striato, l’unicità di fauci spalancabili fino a 120°, e una coda appoggiabile al suolo come “terza zampa”, per equilibrio e slancio, similmente ai canguri. Non solo la femmina possiede un marsupio, ma anche il maschio: non certo per trasportarvi i cuccioli, ma per proteggere i propri genitali. Meglio prevenire.
Dove vive
Per l’ambiguità del suo aspetto, il tilacino è anche detto lupo marsupiale o tigre della Tasmania, Stato australiano del quale è un vero e proprio emblema, insieme al diavoletto della Tasmania.
Su quest’isola, infatti, il tilacino troneggia su diversi loghi, simboli e stemmi comunali, dando il benvenuto al cittadino e al visitatore negli uffici, nei musei, sulle insegne. È un motivo locale di orgoglio. Ma non solo: anche di nostalgia, di lutto.
Perché il tilacino non esiste.
Non più.
È esistito nel passato. Per la precisione fino al 1936, anno in cui morì l’ultimo esemplare al mondo, che sopravviveva, rimasto solo, allo zoo di Hobart. Nell’Australia continentale non si faceva vedere già da un bel po’, circa 2000 anni: gli Aborigeni lo cacciavano non poco, e quando dal Sud-Est asiatico arrivò il dingo, un altro superpredatore, gli rimase poco da fare se non battere in ritirata.
Alla fine, anche in Tasmania ha gettato la spugna, per colpa dell’uomo bianco che lo riteneva un pericolo per il bestiame. Lui, che era tanto tranquillo. E niente, si è estinto.
L’ultimo tilacino
Ultimamente, ogni tanto immagino me stessa nei panni dell’ultimo tilacino.
La lotta della mia mente depressa assomiglia a questa specie animale svanita: che stava tanto bene per i fatti suoi, poi sono arrivati i tempi bui, le grosse trasformazioni, la malvagità umana. Più nuovi predatori, l’isolamento… e lei non ce l’ha fatta a sopravvivere. Ha preferito estinguersi, sebbene non deve aver pensato proprio alla lettera “cia’, ora mi estinguo”. Eppure è successo, l’intera specie è scomparsa. Rien ne va plus.
L’ultimo tilacino si chiamava Benjamin. Mi domando come deve aver passato le sue ultime settimane, sentendo che non gli era rimasto più nessun appiglio, che il futuro per lui era precluso, cancellato, dissolto in una sterile nuvola di possibilità andate a male.
I miei pensieri sono come gli ultimi tilacini rimasti. Faticano a sopravvivere. Un tempo vagavano per spazi sconfinati; ora scarseggiano, spariscono, nebulosi. Se ne stanno chiusi in gabbia, acciambellati e sbadiglianti. Tristi, miseri e captivi, come un’impazzita Ecuba dantesca. Guardano il mondo da dietro le sbarre, senza più categorie per capirlo, categorizzarlo. Sono rimasti indietro. Cosa esistono a fare ormai? Non lo sanno più. Latrano, sì come cane.
Nella mia testa abita un afflato sonnecchiante come l’ultimo tilacino. Solo, smarrito, buono solo a incuriosire chi passa di lì per un attimo. Attende.
E poi?
Nuovi avvistamenti di tilacini?
Negli ultimi decenni, si vocifera a ripetizione di qualche nuovo esemplare di tilacino avvistato nel bush, sia in Tasmania che nel resto dell’Australia continentale. Tuttavia, in nessun caso se ne hanno prove attendibili al 100%.
Gli scienziati, noti amanti dei fenomeni freak, avendo esaminato il suo DNA parlano di una possibile clonazione del tilacino, Dio sa perché. Sono già al lavoro.
Il tilacino cosa ne direbbe? Forse sta bene dove sta.
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Grazie e buona lettura! 🙂
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