Continua la rassegna sui tanto meravigliosi quanto pazzi uccelli di down under: oggi parliamo di pappagalli australiani! Ecco un trio di specie iconiche di quaggiù!
Pappagalli australiani: il pappagallo ecletto
Immaginate che gli alieni sbarchino sulla terra, incontrino per la prima volta uomini e donne e li credano appartenenti a due specie viventi diverse, completamente distinte: ecco, la stessa cosa è accaduta allo splendido pappagallo ecletto (eclectus parrot), il più sessualmente dimorfico di tutti.
Gli esploratori europei che lo videro per la prima volta si resero conto solo con un imbarazzante ritardo (a inizio Novecento!) che l’uccello verde, con il becco arancione che pare una freschissima fetta di papaya, e l’uccello rosso e blu, con il becco nero e uno stilosissimo tratto di matita kajal blu intorno agli occhi, fossero in realtà così uguali da essere marito e moglie da sempre.
La loro è una coppia all’antica: il maschio verde è assai dominante, gracchiante e testosteronico (in un parco faunistico sono stata vittima di un amplesso tra un maschio ecletto e il mio collo, che evidentemente trovava sexyssimo. Come ho reagito? Da perfetta preda che per lo shock – altro che combatti o fuggi! – si immobilizza: l’ho lasciato fare tutto ansimante e non ho detto niente a nessuno).
La femmina rossa invece è dolcissima, sensibile e abituata a sopportare, e io la amo particolarmente. Ha un fortissimo istinto materno e cercherà sempre di fare la chioccia, nidificando nei cassetti o negli interstizi di casa (per chi ne avesse adottata una da un rifugio, che di acquisto non voglio neanche sentire parlare). Depone uova anche con pochissimo incoraggiamento, e arriva a covare e poi a provvedere anche a quelle di altri uccelli, se gliele mettete lì. In natura, per difendere una posizione di qualità per farci il nido, le femmine si improvvisano guerriere e combattono tra loro anche fino alla morte!
Con quei colori brillanti come i colori del semaforo, la vispa intelligenza e il richiamo acuto e penetrante, gli ecletti non passano certo inosservati, e sono dei grandi ammaliatori.
Purtroppo oggi li incontrerete solo nei parchi faunistici, a meno che non vi addentriate nelle foreste dell’estremo nord del Queensland, unico habitat australiano dove li si trova ancora in libertà. Altrimenti dovete avventurarvi ancora più a nord, in qualche isola verso la Nuova Guinea. Donne, mi raccomando: collo coperto, o ve la sarete andata a cercare!
Il pappagallo re australiano
Da non confondere con l’ecletto (errore in cui all’inizio incappavo anch’io, ma questo non ha il tipico becco arancione!) è il nobilissimo pappagallo re australiano (Australian king parrot). Poco conosciuto al di fuori del continente rosso nonostante sia molto comune in tutta la sua parte orientale, è tra gli uccelli più amati dai locals, simbolo di benessere e ottima salute di parchi e giardini (anche grazie a un gradevole cinguettio che, a differenza di quello dell’ecletto, non manda i timpani umani in frantumi). Il King è l’unico pappagallo australiano con la testa completamente rossa, o almeno quella del maschio poiché anche questa è una specie dimorfica; la femmina invece è verde e sembra portare pantaloni rossi.
Il re, chissà se per paura di essere vittima di attentati o imboscate dei nemici, tiene un basso profilo e vola sempre basso, tra i rami, dove è facile per noi da avvistare; e si circonda spesso di numerose roselle cremisi che probabilmente scambia per guardie private. (Anche per questo voler confondere le acque, probabilmente, si veste in maniera simile all’ecletto).
Data la sua naturale maestà, se vive in casa con gli umani adottivi non ama essere accarezzato e maneggiato da loro, a meno che non si fregino anch’essi di un titolo reale. Ergo, meglio un peluche.
Il pappagallo della Principessa Alessandra
Tra i pappagalli australiani, ne esiste uno verde e rosa? Esiste, ed è uno di quegli uccelli che mi fermo sempre a rimirare a bocca aperta nelle grosse voliere australiane. Quelle tinte! Quelle sfumature! Un mix equilibrato tra il pastello e lo psichedelico. Una combinazione così unica non poteva che prendere il nome di una principessa: Alessandra di Danimarca (che divenne anche regina inglese nel 1901).
E qui entra in gioco il fattore psichedelico, perché i battezzatori, abbagliati dalla bellezza della coda del nostro pappagallino, evidentemente andarono in trance e iniziarono ad attribuirgli nomi sempre diversi. Pappagallo o Parrocchetto di Alessandra, della Principessa Alessandra (Alexandra Parrot o Princess Parrot), della Regina Alessandra, della Principessa del Galles (non Diana)… c’era bisogno? Soprattutto se poi, con il suo comportamento elusivo unitamente all’habitat non proprio dietro casa, questo uccellino nomadico rimane poco studiato, a discapito dei tanti nomi.
Possiamo pensare che, dal momento che vive nell’arida Australia centrale spostandosi di continuo in cerca di cibo e che soggiorna spesso in gruppi, arrivando ad abitare in più coppie sullo stesso albero, le multiple denominazioni nomi tornino utili alle varie famiglie per distinguersi sul citofono.
A presto con nuovi e bellissimi pennuti!
Elenco completo degli uccelli trattati
Clicca per scoprire gli altri uccelli di down under: in neretto sono evidenziati i pappagalli australiani!
• Vol. 1: la gazza australiana, il cacatua, il piccolo pinguino blu, il lorichetto arcobaleno, lo storno triste;
• Vol. 2: il kookaburra sghignazzante, la calopsitta, l’ibis, lo scricciolo azzurro splendente, l’emù;
• Vol. 3: la rosella, il casuario, la balia ventrerosa, l’uccello lira, il pellicano australiano;
• Vol. 4: il cigno nero, l’uccello beccaio pezzato, il piccione crestato, il tacchino di boscaglia australiano, il gufo ululante;
• Vol. 5: il giardiniere satinato, la beccaccia di mare orientale, il podargo strigoide, l’oca di Cape Barren, il pinguino imperatore;
• Vol. 6: la pavoncella mascherata, il pappagallo panciarancio, il germano del pacifico, la cocorita, il piccione dello spinifex.
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