Storie di gatti. Un amore con vibrisse

Storie di gatti: Piccola storia d'amore con vibrisse

Storie di gatti, dunque. Questa è quella che è successa a me. Era il 2016.

Storie di gatti a Parigi

Un gatto altrui che mi entrasse dalla finestra l’avevo già avuto, nell’appartamento precedente. Dal cortile, scavalcava la ringhiera rugginosa e si lanciava sul tappeto scolorito; schivava inespressivo i miei miseri tentativi di avvicinamento e si dirigeva alla porta d’ingresso, esigendo che lo facessi uscire sul pianerottolo maleodorante affinché potesse tornarsene a casa sua, al piano di sopra. Doveva aver capito che non ero tipo da gatti, e mi adoperava giusto come usciere.

Perciò, quando Lola entrò nel mio monolocale per la prima volta, la scacciai.

Poco dopo lei rientrò, mi dribblò velocissima e si precipitò verso il bagno, come se già conoscesse la strada. Andò a piazzarsi dentro al piatto doccia, da cui si mise a fissarmi speranzosa. La presi a male parole e la riscacciai. Non volevo essere usata di nuovo, per quanto non capissi dove fosse convinta di arrivare per il tramite di un piatto doccia sbreccato. Doveva averlo scambiato per il Tardis del Doctor Who.

Testarda, Lola fece altri tentativi di irruzione dal balcone, ma io difendevo l’accesso al mio territorio come un Cerbero. Un giorno, però, mi distrassi un attimo e me la ritrovai che beveva avidamente da un pentolino nel lavandino, l’acqua unta delle stoviglie da lavare. Capii e mi arresi.

Piccola storia d’amore con vibrisse

Aveva sete. Non la scacciai e lei non andò via. Ci adottammo. Si guadagnò una tazza quotidiana d’acqua fresca. Io ero l’acqua, lei l’aria.

Storie di gatti: gatta che ascolta i Pink Floyd

Portava una medaglietta a forma di osso. Anche a lei, come a me, avevano attribuito dei panni sbagliati. Aveva un irresistibile pancino sporgente che non si lasciò mai toccare, e un piccolo campanello appeso al collare.

*Dlin dlin dlin!* – e accorrevo ad aprirle.

Non chiese mai cibo, voleva solo bere tanto e stare con me, per qualche oscuro motivo che non mi rivelò mai. Insieme, perplesse, vivevamo le nostre identità confuse.

Dopo la prima notte in cui dormì con me, mi suonò alla porta il vicino, fintamente allarmato, che non trovava più la sua gatta. Simulai a mia volta costernazione, mi scusai, lui si scusò, poi entrambi ci salutammo con l’animo segretamente vittorioso; e la situazione proseguì inalterata, con gioia di tutti. Rimasi responsabile dell’abbeveraggio.

Si instaurò un rituale per cui, ogni mattina, la voce del vicino chiamava svogliatamente Lolà la quale, dal mio letto, ascoltava imperturbabile il suo nome accentato, faceva un elegante giro su se stessa e si riacciambellava accanto a me. Storie di gatti.

Lola acciambellata

Adorava mordermi delicatamente il naso e darmi leccatine sulla fronte. Amava anche A., quando non era in viaggio lo svegliava la notte per giocare. Credo che abbia salvato un po’ anche lui.

Il suo sguardo da studiosa non bastò mai a chiarirle fino in fondo perché mai ogni tanto mi infilassi una tuta, mi sdraiassi su un tappetino di gomma e mi producessi in sforbiciate e pedalate nell’aria, e nel sollevamento di manubri colorati. Voleva assistere talmente da vicino che si prese anche qualche involontaria pedata ginnica, che subito ricambiava con una lieve testata affettuosa. *Non ti scusare, lo so che non l’hai fatto apposta*.

Le piaceva l’italiano, e lo faceva amare di più anche a me. Preferiva “Lòla” a “Lolà”. Con lei riflettevo sulle parole della mia lontana lingua madre, nell’impossibilità di disporne nel mondo là fuori. Mi ci dedicavo nel pensiero, lei era il mio vocabolario. “Mordicchiare”, “acciambellarsi”, “vibrisse”. Faceva le fusa. “Fare le fusa”. Paroline amorose italianissime e irripetibili.

Aveva sete e adorava i Pink Floyd.

Ma più di ogni cosa amava il suo angolino di muro ammuffito, accanto al quale si accoccolava per ore a sognare un suo paradiso, fatto di nasi da addentare con garbo e di infiniti fiumi e cascate d’acqua fresca.

Non capivo perché mi avesse scelta, io che ero così opaca, stinta, che dentro di me senza osare parlarne vivevo decine di lutti che non erano i miei. Forse proprio quella muffa dell’anima la rassicurava.

Storie di gatti: gatta di schiena che guarda fuori dal balcone

Ce ne stavamo sedute sul balcone, immobili e ghiacciate in quel putrido febbraio di banlieue, muovendo solo le pupille per seguire la muta caduta della neve. Ero un po’ gatta anch’io: non sentivo il tempo, bloccato al di fuori del guscio ruvido e vuoto del PTSD. Il plaid sulle gambe, come in convalescenza, il posacenere pieno, l’animale ai piedi. Insieme attendevamo tempi migliori. Forse erano proprio quelli e non lo sapevamo.

Storie di gatti che finiscono

L’ultimo mattino, entrando, Lola scoprì le valigie sul pavimento. Si girò a interpellarmi, sbigottita, tradita, e scappò sulle scale del pianerottolo. Dall’alto della rampa mi osservò svuotare il monolocale delle ultime tracce della mia presenza, e anche della sua. La sua tazza era scomparsa.

Mi guardava di sbieco senza accettare la fine, con lo stesso rifiuto dell’evidenza che fu solo di Gloria Swanson alla fine di Viale del Tramonto. Anche la scalinata sembrava proprio la stessa, con un po’ di immaginazione.

“Hai visto, Lolà?” – sussurrò mellifluo il vicino, tenendo con una mano il portone, con l’altra la gatta – “Se ne vanno! Non potrai più dormire con loro”. C’era tutta la francesità del mondo in quel sadismo ultragentile.

La mia avvilita spiegazione dei fatti non convinse Lola, la quale sgaiottolò via dal cancello e cercò di infilarsi nel mio Uber, che mi avrebbe accompagnata al mio prossimo domicilio a scadenza. Dovettero riacchiapparla.

Nel mio nuovo monolocale ancora più ammuffito, Lola sarebbe stata benissimo. Lì fu un topo a testimoniare della mia improvvisa partenza.

Delle varie crepe del mio cuore, una ha un campanellino e si chiama Lola.


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Lucy the Wombat

Human. Italian. Survived a mass shooting in Paris, moved Down Under for a life reboot. Blogging about Australia, Europe, Italy, beautiful creatures, post-trauma, and this strange world. (Avatar created with: "Le Bouletmaton" by Zanorg).

192 pensieri riguardo “Storie di gatti. Un amore con vibrisse

    • 17 Gennaio 2019 in 00:46
      Permalink

      E pensare che non ci credevo :)😘

      Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 00:43
    Permalink

    deve esistere un’internazionale gattesca. complimenti per il racconto.

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 00:47
      Permalink

      Grazie! Che bella l’internazionale gattesca! 😃

      Rispondi
      • 17 Gennaio 2019 in 01:23
        Permalink

        esiste, esiste. Anhe noi, gattofobici convinti, fummo “adottati” da Brilla, una gatta grigia che ci portava in dono topolini ciancicati in offerta di corrispondenza di amorosi (e odorosi) sensi…

        Rispondi
        • 17 Gennaio 2019 in 01:30
          Permalink

          Brilla è un nome bellissimo! E pure gli omaggi vi portava! 😄

          Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 01:00
      Permalink

      Awww 😊💕

      Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 01:00
    Permalink

    Sapevo di non dover leggere questo post: avevo il sentore che non sarebbe finito in modo felice e che mi avrebbe fatta commuovere. Ho un gatto e comprendo i loro gesti d’amore e le loro scelte spontanee. Lòla era proprio speciale; anche se non è potuta venire con te, potrai vivere con questo dolce ricordo di lei.

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 01:08
      Permalink

      Già, è stato comunque bellissimo e per niente scontato. Grazie, Erica! 😊

      Rispondi
        • 17 Gennaio 2019 in 01:42
          Permalink

          È un po’ una terapia 😉

          Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 01:05
    Permalink

    Da gattara hardcore il tuo racconto quasi mi strappava la lacrimuccia. Bella Lola!
    PS: per la pancia pendula è normale che non se la lasciasse toccare, per i felini è sintomo di vulnerabilità, al contrario dei cani che sono dei fessacchiotti e amano le grattatine sulla pancia.
    In miniatura, ma i gatti sono pur sempre leoni 🙂

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 01:10
      Permalink

      “Pendula”, ecco la parola che non mi veniva!! Ahah che bella! Grazie per la chiarificazione, io invece da novellina desideravo avidamente la sua pancia 😄

      Rispondi
      • 17 Gennaio 2019 in 01:36
        Permalink

        Anche io ci provo sempre con la mia grande (è un problema che deriva dalla sterilizzazione di solito, la mia seconda non ce l’ha solo perché è una botte che cammina), però mi becco solo super graffi!

        Rispondi
        • 17 Gennaio 2019 in 01:44
          Permalink

          Non sapevo di questa correlazione con la sterilizzazione, grazie! Però i graffi del proprio gatto sotto sotto si portano con orgoglio, credo 😊

          Rispondi
            • 17 Gennaio 2019 in 02:30
              Permalink

              😁😎

    • 17 Gennaio 2019 in 01:11
      Permalink

      … Ma tu mica sei un utente medio! 😉

      Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 01:17
    Permalink

    Mi hai commossa, Lucy, con questa storia di Lolà (o Lòla, ma Lolà lo trovo adorabile). E la parte in cui si stava infilando dentro il taxi 😢. I gatti sanno dare tantissimo quando non si sta bene; ne so qualcosa.

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 01:23
      Permalink

      Ciao! Grazie mille! 😊 Anche a me a dire il vero Lolà piace molto, ma il modo fastidioso di come lo pronunciavano… Grrr! 😅

      Rispondi
      • 17 Gennaio 2019 in 01:26
        Permalink

        Ahah immagino, forse è solo un luogo comune, ma i francesi non mi sembra si applichino tanto in simpatia 🙂

        Rispondi
        • 17 Gennaio 2019 in 01:30
          Permalink

          Sì, diciamo che sono giustamente rinomati per svariate eccellenze ma nessuno ha mai fatto troppo notare in primis “la famosa simpatia francese”, chissà perché 😅

          Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 01:19
    Permalink

    La tua capacità di scrittura mi rapisce ogni volta. Sono un tipo parco di manifestazioni serie di pensieri e sentimenti, tranne quando si tratta di animali. Fin da bambina loro hanno sempre saputo vedere ed ottenere il 100% di me e la loro innata capacità di parlare all’Io e non alla maschera che tutti, quotidianamente, indossiamo, mi ha sempre lasciata spiazzata ma rinvigorita. Tu con Lòla hai avuto un chiaro esempio.

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 01:26
      Permalink

      Fin da bambina, che bello, non è nemmeno ovvio. Ora che mi ci fai pensare, io da piccola ero meno sensibile al tema. Oggi invece le bestie mi parlano tantissimo. Grazie del commento! 😘

      Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 01:19
    Permalink

    Ti leggo dal divano, con il cane sulle gambe e il gatto acciambellato sulla mia pancia; la micia che condivido con la vicina in questo momento, invece, è fuori … ma so che tornerà 💚

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 01:28
      Permalink

      Che bella immagine, invidia (buona)!! Ma di chi è questa micia però? 😄

      Rispondi
      • 17 Gennaio 2019 in 01:37
        Permalink

        Della mia vicina, Doriana, una adorabile ragazza che lavora in un centro equestre dove fanno riabilitazione per disabili … non so proprio cosa ci trovi qui da me la sua micia (Olorin) 😀

        Rispondi
        • 17 Gennaio 2019 in 01:45
          Permalink

          Mistero insondabile ma non per questo meno bello 🙂

          Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 01:59
      Permalink

      Ohhh ❤️

      Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 02:12
      Permalink

      Sììì, arrivava subito, appena partivano su YouTube! 😍😁

      Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 02:15
    Permalink

    I tuoi racconti sono un irresistibile mix di sensibilità e malinconia. Avendo un gatto ho immaginato con facilità la sua espressione orgogliosamente delusa nel vedere che te ne andavi.. Povera Lola… Spero abbia avuto una buona vita e un nuovo angolino ammuffito da amare❤️

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 02:30
      Permalink

      Spero tanto anch’io, l’angolino ammuffito soprattutto! 😊 Grazie mille Alessia 💕

      Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 03:16
    Permalink

    Fra cani e gatti non ho dubbi nel preferire i primi, ma anche l’universo gattesco penso custodisce perle assolute.

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 03:19
      Permalink

      Le perle sono ovunque qua e là… Basta fare l’incontro giusto, come con le persone 🙂

      Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 05:07
    Permalink

    Che dolcezza questa storia Lucy ♥️ ti scrivo da casa di mia madre, a Torino, dove ci sono 3 gatti più o meno diciottenni ed io appena varcata la soglia ho ingurgitato il mio antistaminico 🙂

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 15:51
      Permalink

      Argh! 🙂 Grazie cara. Goditi Torino e l’Italia 😘

      Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 15:53
      Permalink

      😊 tranne la sua pancia, quella rimase autonoma 🙂

      Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 07:20
    Permalink

    Ma che stellina! 😍
    E il gatto a cui facevi da usciere ahah
    Magari troverai altri animali speciali, lei lo è stata! 💗
    Anche il mio gatto preferiva bere altrove più che nella ciotola, anche nei bicchieri altrui 😂

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 15:54
      Permalink

      Per marcare il territorio! 🙂 Grazie, ora come animali speciali ho due pappagallini, sempre non miei ovviamente 😅

      Rispondi
      • 18 Gennaio 2019 in 00:08
        Permalink

        Ahah veramente? 😀 Come fanno a raggiungerti? Devi scrivere di loro anche! 😀
        È vero, i gatti sono scemissimi e devono marcarlo sempre e comunque, anche dove non serve xD
        Il mio mangiava il cibo che portavo alla gatta del cortile (anche lui usciva perché ex randagio), e spesso era cibo che gli avevo dato in casa e non aveva voluto! xD

        Rispondi
        • 18 Gennaio 2019 in 00:58
          Permalink

          Perché non mi stupisce? Classico!! 😁😁
          Sono due pappagallini di una voliera comunale vicino casa. Ho un po’ scritto di loro in un paio di post, ma a parole non riuscirò mai a dire quanto siano interattivi ed espressivi quando vado da loro. Sarà perché gli canto varie canzoni e gli faccio scegliere quella che preferiscono 😂😍

          Rispondi
          • 18 Gennaio 2019 in 21:02
            Permalink

            Ma che dolcezza! 😍
            Poi sono stra teneri i pappagalli, con quel capino ed il beccuccio 😍😍😍

            Rispondi
            • 19 Gennaio 2019 in 00:18
              Permalink

              Sì 😊😍 Non me li sono mai filati ma da quando sto qui li ho “scoperti”. Sono intelligentissimi ed espressivi 😍

  • 17 Gennaio 2019 in 07:43
    Permalink

    Che meraviglia essere scelti da un gatto!!!! Lolà, deve aver capito che ragazza in gambissima sei!!!! Oltre al cane ,Ugo, ho anche un gatto, Oliver. E quando sono giù o preoccupata per qualcosa, Oliver si acciambella al mio fianco… non abbiamo bisogno d parole, ci capiamo con uno sguardo! ciao carissima!!! <3

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 15:55
      Permalink

      Che bellini, anche se non vi vedo! 😊❤️

      Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 07:56
    Permalink

    é incredibile. Davvero incredibile come io finisca sempre a piangere quando leggo i tuoi. la ultima frase di questo post é contundente.

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 15:57
      Permalink

      Nooo 😅💖 È una storia del passato, ma anche se si è conclusa è stato comunque bellissimo viverla 🐈

      Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 15:58
      Permalink

      Era inevitabile. Spero solo che abbia trovato altri bravi vicini 😔

      Rispondi
        • 17 Gennaio 2019 in 21:14
          Permalink

          (sono gelosa però 😅)

          Rispondi
            • 17 Gennaio 2019 in 21:24
              Permalink

              Ahahah ça va sans dire! 😁😇❤️

            • 18 Gennaio 2019 in 00:58
              Permalink

              😊

  • 17 Gennaio 2019 in 08:52
    Permalink

    Ma che bella (e triste) storia! Sicuramente Lola sapeva che in quel momento avevi bisogno di lei! xx

    Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 15:59
      Permalink

      Non ho mai capito cosa le frullasse per la testa, ma era così docile 😍 Ciao Claudia! 😊

      Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 16:00
      Permalink

      Macché, quello sta ancora là ben pasciuto, insieme ad altri milioni di topi parigini 🙂 🙈 🤔

      Rispondi
    • 17 Gennaio 2019 in 16:01
      Permalink

      Infatti meglio così di niente, dai ☺️💕

      Rispondi
  • 17 Gennaio 2019 in 19:45
    Permalink

    Je ne pense pas que votre voisin était un admirateur de Kinks (et je ne veux même pas savoir comment prononcer kinks en Français)
    [youtube=https://www.youtube.com/watch?v=LemG0cvc4oU&w=840&h=473]

    Rispondi
    • 18 Gennaio 2019 in 16:17
      Permalink

      Ahahah che bella! Merci!! 😀

      Rispondi
  • 18 Gennaio 2019 in 00:02
    Permalink

    la riservatezza elegante dei gatti ha quel modo toccante simile al tuo di nascondere dietro a una sigla tutto lo spaesamento di quel periodo.
    Lòla, pur non sapendo di sigle, doveva aver capito e ha saputo darti vicinanza senza parole superflue.
    ml

    Rispondi
    • 18 Gennaio 2019 in 00:54
      Permalink

      La cosa bella è che non mi conosceva, “prima” 🙂
      Ciao Massimo!

      Rispondi
  • 18 Gennaio 2019 in 03:27
    Permalink

    Anch’io ho lasciato una piccola soul mate pelosa. L’ho lasciata a casa sua, con mia madre, e io sono andata via per iniziare la mia vita da adulta in un’altra (lontana) città. Si chiama Clarissa e la rivedo ogni volta che torno giù a casa e lei sembra ricordarsi sempre (anche se vado giù solo un paio di volte l’anno) e ogni volta vuole che riapra la mia vecchia stanza e si acciambella sul mio letto come se tutta la nostra routine fosse ancora lì a portata di mano.

    Rispondi
    • 18 Gennaio 2019 in 14:51
      Permalink

      Che bello che ogni tanto tu possa tornare lì e ricreare quella situazione, anche solo per pochi attimi. Clarissa è un gran bel nome da gatta!

      Rispondi
    • 18 Gennaio 2019 in 14:49
      Permalink

      Proprio così… Non giudicano mai, stanno solo lì con noi 💕

      Rispondi
  • 18 Gennaio 2019 in 06:40
    Permalink

    Ancora una volta mi sono lasciata avvolgere dal tuo racconto. Mi piace moltissimo come scrivi e riesci ogni volta a farmi emozionare!

    Rispondi
    • 18 Gennaio 2019 in 14:49
      Permalink

      Ti ringrazio molto Veronica 😍 Questa bestiola meritava un post tutto suo, per quanto mi ha aiutata 😉

      Rispondi
  • 18 Gennaio 2019 in 07:31
    Permalink

    Va beh…sappiscilo…con quel finale mi hai fatto commuovere e questa non è cosa facile. A parte ciò te l’ho detto che hai una capacità di mantenere incollati alla storia come pochi?
    E poi….gatti e Pink Floyd…mitico wombato! E con questa sensibilità d’animo non stupirti del fatto che i gatti ti scelgano…lo fanno a ragion veduta perchè in qualche modo lo sentono.
    Ps anche in risposta ad un commento ora non ricordo di chi…io al 99% dei gatti riesco tranquillamente ad accarezzare anche la panciotta! 😀

    Rispondi
    • 18 Gennaio 2019 in 14:46
      Permalink

      Noooo ma come fai? C’è una tecnica segreta? 😍
      Per il resto ti ringrazio, davvero! Viva gatti e Pink Floyd! 😄

      Rispondi
      • 18 Gennaio 2019 in 17:01
        Permalink

        Si…c’è! Prima cosa devi essere in sintonia e percepire il momento giusto perché deve “volerlo” anche il gatto!Seconda cosa…la mano deve essere incorporea, non so se riesco a spiegarmi ma il gatto non deve percepirla come tua, non deve vederla come una minaccia ma sentirla sua.Infatti le prime volte all’inizio tirerà fuori le unghie e con le 4 zampe ti prenderà la mano…se ti irrigidisci è la fine…parte la centrifuga!Ma se fai finta di nulla e la abbandoni lui ad un certo punto ritira le unghia e si abbandona.È una sorta di atto di fiducia reciproco!😬
        Ps per allenarsi…meglio provare coi gatti piccolini!😂😂😂

        Rispondi
        • 18 Gennaio 2019 in 17:55
          Permalink

          Che cosa carina… E accurata!! Sei un padrone di felino? Al momento non dispongo di materiale per sperimentare ma riproverò, prima o poi 😄

          Rispondi
          • 18 Gennaio 2019 in 18:08
            Permalink

            Padrone è un termine che con un gatto non si può usare!Al massimo è lui che diventa il tuo padrone!😂Diciamo coinquilino alla pari! Si ne ho uno che è entrato in casa una notte di diciotto anni fa seguendomi(era una pallina piccina!) e che non è più uscito!☺

            Rispondi
            • 18 Gennaio 2019 in 18:11
              Permalink

              Oohh che fortuna, per entrambi! 🙂 Sì hai assolutamente ragione sulla mia terminologia, ho scritto così per pigrizia 🤣

            • 18 Gennaio 2019 in 20:41
              Permalink

              Ahahah non era per correggerti ma solo per distinguere l’approccio verso il gatto rispetto a quello verso i cani! Per il cane l’uomo diventa capobranco invece per il gatto se non gli vai a genio non ti vedrà proprio come niente invece se ti accetta allora diventa tuo amico alla pari e si sa…gli amici si accettano per come sono!😂

            • 19 Gennaio 2019 in 00:20
              Permalink

              Yes! Sono un gatto allora 😃

            • 19 Gennaio 2019 in 04:01
              Permalink

              In effetti , e mo faccio un discorso iperbolico quasi scemo ma non poi così tanto…dicevo che se io fossi una donna, prima di mettermi con qualcun@ guarderei se ama più i cani o i gatti! Se preferisce i primi allora vi è la propensione al dominio, al controllo ed alla gelosia mentre i secondi sono più per un rapporto paritario!Se non amano ne gli uni ne gli altri allora sono egocentrici ed egoisti ed amano solo se stessi!😂

            • 19 Gennaio 2019 in 15:17
              Permalink

              Teoria rassicurante ma non credo funzioni così nella realtà, altrimenti sarebbe facile non imbattersi in casi umani e invece… (e vale per entrambi i sessi) 😜

            • 19 Gennaio 2019 in 17:03
              Permalink

              E certo infatti avevo messo la @ non a caso! Non so se funzioni o meno però…diciamo che potrebbe essere un indizio!😜

            • 19 Gennaio 2019 in 17:05
              Permalink

              Uhm 😜😜

            • 19 Gennaio 2019 in 21:42
              Permalink

              😂😂😂

    • 19 Gennaio 2019 in 00:14
      Permalink

      Devo leggerlo! 😍 🐈🐱

      Rispondi
  • 19 Gennaio 2019 in 01:58
    Permalink

    La tua abilità nel raccontare qualsiasi evento è sempre ammirabile! Io non amo i gatti, ma anche io mi sarei sciolta davanti a Lola e avrei ceduto 🙂

    Rispondi
    • 19 Gennaio 2019 in 01:59
      Permalink

      Grazie! 😍 Nemmeno io li amavo… Fino a quel momento 🤗

      Rispondi
  • 19 Gennaio 2019 in 05:10
    Permalink

    Okay, ho pianto un pochino leggendoti! È un quadro delicato e bellissimo, quello che ci regali, perché parla della gratuità dell’affetto e del dolore delle separazioni. Chi lo sa? Magari alla prossima valigia aperta incontrerai un’altra Lola oppure un Lol(l)o… io incrocio le dita! 😉

    Rispondi
    • 19 Gennaio 2019 in 15:15
      Permalink

      Magari! 😊 Per fortuna ci sono comunque vari animali di quartiere, ma finora niente di paragonabile. Ma la vita è lunga… Who knows 😉😘

      Rispondi
  • 19 Gennaio 2019 in 19:17
    Permalink

    Ciao Lucy
    che bello e delicato il tuo racconto
    sembrava di vedervi tutte e due li a farvi compagnia
    chissà ora come sta Lola, le manchi , ne sono certa 🙂
    un abbraccio e, ma certo lo sai, sei bravissima nell’esprimere le tue
    emozioni
    buona giornata, Monica 🙂

    Rispondi
    • 19 Gennaio 2019 in 19:21
      Permalink

      Ciao Monica! Che bel messaggio, ti ringrazio molto!! 😊

      Rispondi
      • 19 Gennaio 2019 in 19:26
        Permalink

        Grazie a te!
        Ho una gatta e conosco il loro modo tutto speciale e delicato di starci vicino
        Ciao 🙂

        Rispondi
        • 19 Gennaio 2019 in 19:27
          Permalink

          Che bello! Io purtroppo non posso tenerne al momento, ma spero che arrivi presto il momento. Farebbe un’enorme differenza 😘

          Rispondi
          • 19 Gennaio 2019 in 19:33
            Permalink

            Ti auguro di poterlo fare nel tempo. Sicuramente quando sarà il momento incontrerai il gattino/a che ti sta aspettando 🙂
            <3

            Rispondi
            • 19 Gennaio 2019 in 19:35
              Permalink

              Grazie davvero 💕🐱

    • 20 Gennaio 2019 in 01:00
      Permalink

      Grazie 💕💕

      Rispondi
  • 20 Gennaio 2019 in 00:51
    Permalink

    oh no sono già un po’ innamorata di Lola, che ama(va) l’italiano e adora(va) i Pink Floyd

    Rispondi
    • 22 Gennaio 2019 in 02:43
      Permalink

      Lo stupido antispam mi ti mostra solo ora! Grazie del commento! Era una pallina d’amore e con ottimi gusti musicali 😀

      Rispondi
      • 22 Gennaio 2019 in 09:37
        Permalink

        Capisco. Ho controllato lo spam qualche giorno fa e avevo 230 mail. Ho cancellato tutto, prendendomi il rischio di eliminare anche qualche commento gradito

        Rispondi
        • 22 Gennaio 2019 in 18:41
          Permalink

          Cavolo! A me ne arriva pochissimo invece, però ci trovo commenti di persone che già sono passate di qui e sono state approvate… Quindi WP proprio non impara! 😑

          Rispondi
  • 20 Gennaio 2019 in 05:41
    Permalink

    Il legame che si crea con gli animali è unico: elettivo, diretto, immediato. A volte è davvero un riconoscersi e rispondere ad un’esigenza. Altre volte è una montagnola di abitudini che si stratificano poco alla volta. Comunque, un legame profondo, spesso difficile da spiegare. Anche se tu, il vostro, l’hai raccontato benissimo.

    Rispondi
    • 20 Gennaio 2019 in 17:39
      Permalink

      Elettivo, è vero, che bella parola 🙂 Grazie 💖

      Rispondi
    • 22 Gennaio 2019 in 20:37
      Permalink

      Miao! (Ma Lola non miagolava ☺️)

      Rispondi
  • 22 Gennaio 2019 in 03:51
    Permalink

    Bellissima storia Lucy, a leggere tra le righe si fanno mille pensieri.

    Rispondi
    • 22 Gennaio 2019 in 18:41
      Permalink

      Grazie mille! 🙏 Buona giornata 😊

      Rispondi
  • 22 Gennaio 2019 in 20:47
    Permalink

    Sei una splendida narratrice, profonda e, delicata. Questa storia mi ha divertito e, commosso e non solo perchè sono “gattara”.

    Rispondi
    • 22 Gennaio 2019 in 20:53
      Permalink

      Grazie mille, Valeria 🙏😊

      Rispondi
  • 22 Gennaio 2019 in 21:09
    Permalink

    Incredibile come a volte si creino dei legami così profondi. Non ho mai amato particolarmente i gatti, sono sempre stata tipo da cane io, eppure quella piccola bestiolina era lì nel momento giusto per te. E tu lo eri per lei. Una soria molto profonda e personale, che come sempre riesci a raccontare con un tatto e una delicatezza senza paragoni. Chissà cosa ne è stato poi di Lola. Mi chiedo perché il vicino le avesse legato al collo una medaglietta con l’ossicino? E sopratutto quante volte sarà dovuto andare alla finestra a convincerla a tornare perché tu non c’ eri più. Qual gatto ti avrebbe seguita in capo al mondo, le bastava la scusa di un po’ d’acqua per perdersi tra le tue braccia! ❤

    Rispondi
    • 23 Gennaio 2019 in 01:48
      Permalink

      Era un piccolo cuore. Il padrone di casa mi disse che a volte i vicini si dimenticavano persino di farla rientrare in casa per la notte. Per forza poi ha cercato altri umani da amare!

      Rispondi
  • 23 Gennaio 2019 in 00:24
    Permalink

    È tutto grandioso Ma il fatto che amasse i Pink Floyd mi ha steso a k.o.❤

    Rispondi
  • 23 Gennaio 2019 in 14:53
    Permalink

    Che bella questa storia. Hai una scrittura particolare, che ha la capacità di rapirti e non farti staccare finchè non è finito, proprio come la tua Lolà. Ma sai che io non amo particoalrmente i gatti, mentre adoro i cani, ma questa tua gatta , più umana rockettara che gatta, mi sarebbe piaciuta tanto ancha a me

    Rispondi
    • 23 Gennaio 2019 in 18:32
      Permalink

      Grazie cara 😊

      Rispondi
    • 23 Gennaio 2019 in 20:05
      Permalink

      😊🐱🐱

      Rispondi
  • 23 Gennaio 2019 in 20:24
    Permalink

    Avevo gli occhi lucidi al momento della scoperta delle valige! Io ho due cani – che in realtà sembrano più pecore 😀 – e anche loro tutte le volte che vedono bagagli per casa mi guardano male e se ne vanno con la delusione negli occhi. Gli amici pelosi la sanno lunga, molto più di noi 😉

    Rispondi
    • 23 Gennaio 2019 in 22:22
      Permalink

      Ciao Monica, grazie! ☺️ I cani che sembrano pecore devono essere fantastici! 😍

      Rispondi
  • 24 Gennaio 2019 in 01:50
    Permalink

    Lucy, vienimi in soccorso, mia figlia si è innamorata del quokka …

    Rispondi
    • 24 Gennaio 2019 in 01:53
      Permalink

      Nooo! 😂 Il quokka nooo! Mostrale “quokka selfie” su Google 😱

      Rispondi
  • 24 Gennaio 2019 in 04:49
    Permalink

    Ecco, già dalle prime righe avevo capito che questa storia mi avrebbe commossa. Non sono da gatti, ho sempre avuto cani ma io ho una passione per tutti gli esseri pelosi. Perché ho imparato con il tempo quanto amore sanno dare e che, solo con il loro calore e standoci vicino, sanno curare le nostre ferite.

    Rispondi
    • 24 Gennaio 2019 in 06:11
      Permalink

      È giusta e vera questa cosa 💖

      Rispondi
  • 24 Gennaio 2019 in 19:18
    Permalink

    Che storia commovente! Un po’ triste, ma alla fine avrai sempre un ricordo indelebile di quel musetto adorabile.

    Rispondi
    • 31 Gennaio 2019 in 15:21
      Permalink

      Assolutamente. :*

      Rispondi
  • 26 Gennaio 2019 in 01:57
    Permalink

    I gatti ogni tanto sanno fare magie. Mia madre ha sempre sopportato poco i gatti, finché non ce ne hanno appioppato uno e quando fuggì anni dopo non si diede pace. Nonostante fino al giorno prima lo avesse chiamato “brutta bestia”.

    Rispondi
    • 26 Gennaio 2019 in 02:06
      Permalink

      Ooh, insieme che bello e che brutto! 🤔 Mi piace l’espressione “appioppare il gatto” ☺️

      Rispondi
  • 28 Gennaio 2019 in 19:15
    Permalink

    Questo post è dolcissimo, io avrei portato via la piccola Lola con me down under 😀 scherzi a parte, i gatti hanno dei poteri speciali, basta accarezzarli per sentirsi già meglio. Sarà che sono cresciuta con tanti portatori di vibrisse, ma li ho sempre amati. Non ti dico quanto divento scema quando ne vedo uno per strada, purtroppo a casa non posso tenerli.
    p.s. L’album Wish you were here dei Pink Floyd dietro Lola è una chicca 😉

    Rispondi
    • 28 Gennaio 2019 in 19:22
      Permalink

      Vero? 😀 Era fisso su Shine on you crazy diamond, la canzone del mattino con cui la attiravo! 😄😍
      Peccato che tu non possa tenere vibrisse in casa, ho lo stesso problema al momento 🙁
      Ciao Giulia 😘

      Rispondi
  • 1 Febbraio 2019 in 20:36
    Permalink

    Mio marito mi sgrida sempre dicendomi che parlo più con i gatti che con lui e i figli ma che devo fare, io gattara da sempre, che trovo in loro l’unica vera amicizia ed amore? Nulla! Se non piangere per questo tuo racconto carico di emozioni

    Rispondi
    • 1 Febbraio 2019 in 22:25
      Permalink

      *_* Goditi i gatti e non stancarti mai di parlare con loro (immagina un cuore, che da questa stupida tastiera non riesco a digitare :D)!

      Rispondi
  • 1 Febbraio 2019 in 21:49
    Permalink

    Racconto bellissimo! Io adoro i gatti! Ne ho avuti 3: Kimmy, la psicopatica (nessuno voleva avvicinarsi a lei, giustamente). Tofffee, la statuina (dove la mettevi stava) e Pallina, il gatto da circo (si è buttata 5 volte da terzo piano, non si è mai fatta niente e poi è morta sotto un trattore.
    Ora sono senza gatti!

    Rispondi
    • 1 Febbraio 2019 in 22:27
      Permalink

      Pensi di riprenderne? Grazie per il commento! Che belle queste personalità così diverse ^_^

      Rispondi
  • 1 Febbraio 2019 in 22:43
    Permalink

    Questo racconto ha fatto commuovere anche me! Ho sempre snobbato i gatti, fino a che il mio ragazzo non ha adottato un cucciolo, due anni fa. Da allora, solo amore per loro!
    Tu, come sempre, scrivi e ti racconti divinamente. Complimenti! 🙂

    Rispondi
    • 1 Febbraio 2019 in 22:45
      Permalink

      Ooh, grazie davvero 😊😘😘 Che meraviglia il gattino adottato, ci credo che ti innamori! 💖😍

      Rispondi
    • 4 Febbraio 2019 in 11:04
      Permalink

      Ooh, che bella cosa 😍😊

      Rispondi
  • 4 Febbraio 2019 in 22:29
    Permalink

    Lucy! Sei blog del mese, sei traveller influencer: dai l’echidna alla fine ha portato bene

    Rispondi
    • 5 Febbraio 2019 in 09:22
      Permalink

      Ahah hai visto, mi hanno dato i badge! 😀
      Ma piuttosto, ho scoperto che l’echidna in italiano è femminile! °_° Lo facevo maschio tipo l’eczema. ._.

      Rispondi
  • 6 Febbraio 2019 in 08:13
    Permalink

    Che tenerezza! ❤❤❤ hai saputo raccontarlo in maniera incredibile

    Rispondi
    • 6 Febbraio 2019 in 08:14
      Permalink

      Glielo dovevo 💕😉💖

      Rispondi
      • 6 Febbraio 2019 in 08:15
        Permalink

        Non mi compaiono più i tuoi articoli nel reader, mi ero persa i tuoi post

        Rispondi
        • 6 Febbraio 2019 in 08:17
          Permalink

          Ne parlavamo, succede un po’ a tutti ogni tanto… Mah! Ma io ti ringrazio sempre per le visite! ☺️🌹

          Rispondi
          • 6 Febbraio 2019 in 15:09
            Permalink

            Ma sta succedendo troppo spesso e con troppe persone! 😧

            Rispondi
            • 6 Febbraio 2019 in 15:24
              Permalink

              Anche a me. Algoritmi incapaci! Secondo me comunque, più blog si seguono e più è inevitabile che il reader di WP lasci da parte alcuni post, semplicemente perché per mostrarli tutti, se sono sempre di più, finirebbe per intasarsi! Non so eh, ho questa sensazione!

            • 6 Febbraio 2019 in 16:03
              Permalink

              Si, questo lo capisco, ma almeno di quelli che si seguono regolarmente!

            • 6 Febbraio 2019 in 20:14
              Permalink

              In compenso a me continuano a uscire nel reader post di persone che seguo perché mi interessa non perdere il loro blog nel mare magnum del web, e che vado a visitare ogni tanto, ma che postano in continuazione… E anche se mi fingo morta il reader continua imperterrito a mostrarmeli 😅

            • 6 Febbraio 2019 in 21:15
              Permalink

              Ottimo!

  • 15 Febbraio 2019 in 21:03
    Permalink

    Adoro i gatti e questa storia mi è piaciuto davvero tantissimo. Che tenerezza la piccola Lola chissà cosa starà facendo adesso senza di te

    Rispondi
    • 16 Febbraio 2019 in 10:27
      Permalink

      Me lo chiedo sempre! Grazie Claudia! 😊

      Rispondi
  • 22 Febbraio 2019 in 00:01
    Permalink

    Che amore infinito! Quella gattina aveva trovato in te la sua anima gemella umana. Io sono nata circondata da gatti in casa mia e così mia figlia.. so che riescono a donare un amore infinito Sono tanto triste per la piccola Lola che è rimasta in Francia ❤

    Rispondi
    • 25 Febbraio 2019 in 00:06
      Permalink

      Che bellezza nascere e crescere circondati da animali, e altrettanto prezioso il fatto che anche per tua figlia tu abbia voluto la stessa cosa ❤

      Rispondi
  • 13 Agosto 2019 in 15:08
    Permalink

    Che bella storia! I gatti sono animali speciali, hanno un’intelligenza e una sensibilità acutissime e Lola non è stata da meno. Tu avevi bisogno di lei quanto lei di te in quel periodo difficile, entrambe in cerca di un rifugio e di un naso da mordere. Ti ha voluto bene e sono sicura che tutte le volte che il suo padrone la chiama Lolà, lei apposta non risponde.

    Rispondi
  • 19 Agosto 2019 in 12:57
    Permalink

    Questa è davvero una piccola storia d’amore! Che tenerezza, soprattutto quando ha cercato di sgattaiolare all’interno del taxi di Uber. Da piccola avevo un rapporto speciale con i gatti, poi crescendo è cambiato perché ho avuto a che fare sempre con i cani. Eppure riconosco che sono animali speciali, sentono le persone e i luoghi.

    Rispondi
    • 21 Agosto 2019 in 11:48
      Permalink

      Per me è stato il contrario con cani-gatti 🙂
      Ma sai che proprio ieri riflettevo sulla parola “sgattaiolare”? Che bella parola! 😀

      Rispondi
  • 28 Agosto 2019 in 15:22
    Permalink

    Io ho due belle vibrisse a casa, mamma e figlia che si odiano quasi tutta la giornata, tranne nell’orario pasti. Questa storia e bellissima ed è un peccato che tu non abbia potuto portare Lola con te.
    Mi ha ricordato un libro letto l’anno scorso “A spasso con Bob” una storia vera dove Bob è il gatto che entra dalla finestra e finisce per salvare il suo nuovo amico dalla tossico dipendendenza 🙂
    I gatti sono animali veramente affascinanti o almeno hanno sempre affascinato me da quando ero piccolissima 😀

    Rispondi
    • 29 Agosto 2019 in 12:35
      Permalink

      Pensa che invece per me l’amore è arrivato da grande 🙂 Dev’essere adorabile quel libro di Bob!

      Rispondi
  • 11 Ottobre 2019 in 19:18
    Permalink

    I gatti sono animali davvero speciali, riescono a starti accanto con delicatezza. Non ne potrei più fare a meno

    Rispondi
    • 11 Ottobre 2019 in 19:19
      Permalink

      Ci credo 🙂 Ma il mio momento felino non è ancora arrivato!

      Rispondi
      • 19 Novembre 2019 in 19:06
        Permalink

        Che dolcezza, mi sono un po’ commossa. Gli animali capiscono e sanno dare più degli uomini, lo sosterrò sempre. ♥️

        Rispondi
  • 11 Ottobre 2019 in 21:04
    Permalink

    Che bello questo racconto! Io amo i gatti (ho due pelosoni rossi a casa), anche se ultimamente, avendo adottato due pastori abruzzesi abbandonati, sto iniziando ad apprezzare anche i cani. Che peccato che vi siate dovute separare!! Sarebbe stato bello se avesse potuto venire con te!!

    Rispondi
    • 11 Ottobre 2019 in 21:07
      Permalink

      Eh… magari… Che bellezza il tuo doppio duo!

      Rispondi
  • 22 Aprile 2020 in 01:45
    Permalink

    Mi sono emozionata! Che storia meravigliosa e che capacità di scriverla! Complimenti! Dici che devo cedere e prendermi un gatto?

    Rispondi
  • Pingback: Quando scoppia tutto. Di spari e affini – Lucy the Wombat

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