(Aggiornato il: 4 luglio 2020)
Cacca sincera, democratica, ecologica. What else?
La visita al Museo della cacca si preannuncia in grande stile già dalla sera prima: rientrando nella stanza d’hotel a fine giornata insieme ad A., scopro che nella tazza del wc galleggiano, sornioni, un bel paio di anonimi salamotti marroni. Serafici, beati, indifferenti alle vicende umane.
Esclusa ogni nostra responsabilità, incerti se dare la colpa a qualche misterioso simpaticone dello staff o a un esasperato rigurgito della fossa settica, evidentemente stufa di essere sottopagata, ci cagdormiamo su invocando l’amnesia, e il mattino dopo arriviamo nella ridente – o piuttosto, ridacchiante – Richmond, Tasmania, a mezz’oretta dalla capitale Hobart (per chi arriva da Google: siamo in Australia). Eccolo, in tutto il suo scatologico splendore: il Pooseum!
Dove visitare un Museo della cacca
Richmond è un elegante e pittoresco paesino, uno Heritage Village con i cottage perfettamente conservati, pratini fioriti, negozietti di pregiato artigianato locale, il più antico ponte australiano in mattoni rossi costruito da ex-galeotti, e la chiesa cattolica più antica del continente. Si respirano grazia e finezza a ogni angolo.
E poi c’è il Pooseum, perché la completezza è una virtù.
Un istruttivo e scientifico Museo della cacca. O della pupù, come direbbe mia mamma, raffinatmente d’altri tempi anche quando va al gabinetto. Al Pooseum si parla, per la precisione, di deiezioni animali, di bestie di tutto il mondo.
Gli insegnamenti del Museo della cacca
Cosa si impara al Pooseum? Innanzitutto, che agli animali gli scarti solidi organici non disgustano come a noi. Loro li adoperano per vivere, per deporci le uova, per marcare il territorio, per attirare prede e persino partner sessuali; per mangiarli, giocarci, difendersi. Insomma, la cacca non mente. Tranne quando un particolare tipo di bruco, per confondere i predatori, si camuffa in guano di uccello: allora sì, mente, ma possiamo scusarla.
Curiosità dal Museo della cacca, in ordine sparso (e per niente esaustivo… se capitate da quelle parti passateci, ha aperto nel 2018 ed è il tocco di disimpegno ideale nella zona):
- Un caterpillar di pochi centimetri, per difendersi, può lanciare la propria cacca fino a un metro e mezzo di distanza.
- I pipistrelli, per fare la loro “numero due”, come è anche chiamata qui, si capovolgono mettendosi diritti, per non sporcarsi. Poi tornano a stare appesi a testa in giù.
- La cacca più puzzolente è quella dei quoll, piccoli marsupiali tanto carini quanto aggressivi e carnivori.
- Quella più carina è quella dei panda. Sembra una palletta da rugby di bambù, tutta fibrosa.
- La cacca dei diavoli della Tasmania può arrivare a essere bianca, perché questi voraci “spazzini del bush” mandano giù anche le ossa e i denti degli altri animali.
- Dal letame si può produrre la carta. Al Pooseum sono esposti vari dipinti su fogli di stallatico.
- Certi piccoli animali, se vengono mangiati da un predatore, sopravvivono al fantasmagorico itinerario attraverso il suo apparato digerente, ed escono vivi dall’altra parte. Li immagino come Uma Thurman che esce viva da sottoterra, entra in un bar ancora tutta insabbiata e chiede gentilmente un bicchiere d’acqua.
- Oltre il concime: gli animali che si nutrono di frutta rendono un gran servizio all’ambiente. Le loro feci sono piene di semi non digeriti, i quali tornano a disperdersi in natura e creano le basi per nuove piante. Dal letame nascono i fior!
- Certo sterco, tra cui quello di cavallo o di mucca, può andare spontaneamente in autocombustione senza bisogno di alcuna scintilla, per via del calore dell’accumulo di batteri. Di solito non succede granché, ma in un paio di casi, in California, gli incendi si sono estesi e hanno fatto passare i guai.
- La noce di mare ha un ano che si forma solo all’occorrenza, dopodiché scompare.
- Certi vermi hanno molteplici ani. Da cui la famosa battuta “quanti ani hai?”.
- Uno scorpione a cui si sia mozzata la coda, insieme ad essa perde anche l’ano. Muore poco dopo, per l’impossibilità di evacuare, poveretto.
- Poi c’è il più terrificante, il cetriolo di mare, il quale respira attraverso l’ano. In pratica, l’apertura da cui evacua contiene anche l’accesso per l’acqua all’apparato respiratorio. Tutto bene, se non fosse che alcuni pescetti scambiano l’ano del cetriolo per un rifugio, e tentano di entrarci in cerca di riparo. E il mesto cetriolo non può nemmeno impedirlo, non potendo campare per sempre in apnea.
- I lamantini, mammiferi marini, usano il gas intestinale, e il rilascio di peti, per galleggiare in mare al livello più conveniente. L’arte di arrangiarsi con una vescica natatoria contraffatta.
- In alcuni zoo, per distinguere le feci dei vari animali in uno stesso recinto, si usa il glitter di vari colori, inoffensivo per gli apparati digerenti. Esistono pure pillole di glitter per gli umani che immotivatamente volessero defecare salamotti sbrilluccicanti.
- Comunemente si pensa che il contributo dei bovini d’allevamento al surriscaldamento globale sia causato dai loro gas di scarico, mentre in realtà è dato soprattutto dai loro rutti.
- Le termiti contribuiscono ben più delle mucche al suddetto surriscaldamento: sono piccolissime, sì, ma sono miliardi e anche di più.
- I conigli, accuratissimi, sono soliti escretare e poi rimangiare le proprie deiezioni, per un migliore assorbimento dei principi nutritivi. Non si spreca nulla. Lo fanno anche i miei porcellini d’India!
- Quando le cesene – uccelli simili ai merli – vengono attaccate in aria da corvi o affini, volano più in alto di loro in gruppo e gliela fanno addosso in massa. Un modello da tenere presente.
- La civetta delle tane, che non vive sugli alberi ma al suolo, raccoglie gli scarti di altri animali per attirare con l’inganno insetti per cena. Un mondo di gourmet.
- Certi animali, come i koala e gli elefanti, da piccoli mangiano la cacca dei genitori, per abituare l’organismo ad alcuni microorganismi. Al Pooseum, un video mostra bestie simili a cinghiali ingozzarsi avidamente di deiezioni direttamente dal didietro materno. Al che, A., sopraffatto da cotanta visione escrementale, con un filo di voce afferma “mi sento svenire”.
Morale della cacca
Insomma, alla cacca manca solo la parola. Fa schifo, ma fa comunque molto meno schifo di svariate cose umane di questo mondo. Lode alla schiettezza del Pooseum.
E Lucy, in tutto questo? Il mio fido vombato era molto interessato, tanto che all’uscita ha subito deposto svariati cubetti marroni su un masso. Questi animali amano deporre in posizioni sopraelevate, “ad altezza naso”, per avvertire meglio della propria presenza. Quanto all’ormai famosa forma, gli ultimi studi scientifici hanno rivelato che i cubetti diventano tali nell’ultimo tratto dell’intestino dei nostri marsupiali, e pare che questa scoperta possa aiutare diversi settori industriali relativamente alla manifattura di oggetti di forma cubica. Vombati benefattori a loro insaputa! 🙂
A presto e mi raccomando, mangiate tanta fibra.
Non vi basta il Pooseum? A Brisbane c’è il Looseum! “Loo” è informalmente il bagno, e questa sfilata di vecchi capanni da cortile, che fino a una certa epoca era normale usare come toilette, ripercorre la storia di un essenziale momento della giornata di ogni australiano nei tempi passati, e del suo funzionamento. Visitabile online a questo link!
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Grazie e buona lettura! 🙂
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