Sul perché il vombato è un animale di fattura superiore.
BUNKER & TUNNEL – PRIMA DEL VOMBATO
Una volta, a Berlino, sono scesa in un bunker antiaereo. È stato poco tempo dopo il mio “incidente“, da cui ero uscita sulle mie gambe solo dopo aver strisciato in silenzio nella terra buia, e ricevendone in cambio qualche turba e una nuova curiosità per il sottosuolo. E quindi il bunker mi è parso bellissimo nella sua rude, spartana essenzialità (a prescindere da chi l’avesse scavato e perché, ovviamente).
Ci trotterellavo elettrizzata e rassicurata. C’era quello che serviva, no frills: la dinamo per fabbricare energia (l’ho anche provata, mi sentivo Thor); l’autosufficienza, l’hic et nunc, lo yolo; brande a quattro piani, area maschi e femmine, area cucina, area grooming, area defecazione, perimetro di tunnel; e poi confini, planimetrie, avvertimenti, raziocinio, la vita attenta in un kit. E sacchi da morto, che anche i morti hanno un corpo. Ma l’aspetto più appagante era che il bunker era disabitato: niente persone, vive o morte che fossero. Solo io, sovrumani silenzi e profondissima quiete. Di sopra, nel mondo, il solito nonsense.
BUNKER & TUNNEL – CON VOMBATO
Questo era prima di mettere piede qui in Australia, perciò ancora ignoravo a cosa rimandasse la scarna, battagliera eppur placida estetica del bunker, ma ora lo so: alla tana di Lucy, il mio animale. L’ho scoperto dopo, ripensando al perché all’arrivo in questo assurdo continente mi sia andata a scegliere come compagno virtuale proprio un vombato (con un silente ma comunque pokemoniano “Wombat, scelgo teeee!”).
Infatti, nonostante l’assurdità delle sue sembianze (con cui aprivo il blog, qui), e della prima impressione che può suscitare, il vombato è un animale ad alto tasso di senso.
COSA FA IL VOMBATO
Fa tutt’al più le cose necessarie, e le realizza in modo ingegnoso, creativo ed economico, proprio come nell’habitat del bunker; e lo fa spontaneamente, senza rifletterci né consultare planimetrie. Ma soprattutto, senza l’ombra di cattive intenzioni: pur essendo il più intelligente dei marsupiali, non sa nemmeno attraversare una strada asfaltata senza rischiare la pelle, figuriamoci concepire un piano malefico.
Ma prima ancora di fare cose, il vombato è. Tutto ciò che fa e che è, quello è il buon senso. E se è vero che Down Under vado in cerca tanto di grazia e bellezza quanto di stramberie (vedansi gli orsetti koala, gli uccelli, gli ornitorinchi, e altre curiose creature sparse qua e là per il blog), ancor di più ho bisogno di un senso, di quelli buoni, solidi.
Curiosità ad alto tasso di senso sul vombato
RINFORZO POSTERIORE
Ha un didietro fatto di pelo più ispido rispetto al resto del corpo, e rinforzato da uno spesso strato di cartilagine. Non appena ritiene che qualche visitatore sgradito si stia avvicinando, corre nella sua tana (e corre veloce! può tenere i 40km/h per diversi secondi di fila) e toc!, la tappa di sedere, più ermeticamente di Ungaretti. L’eventuale aggressore finisce con il muso dentro le sue ferree chiappe e, scornato, fa dietrofront. Saluti e grazie. Se poi il vombato ha la luna di traverso, è persino possibile che utilizzi il suo atout in maniera attiva, per macinare il cranio del suo nemico spingendolo con il sedere contro il soffitto del suo androne. Crash, frantumato. Io vi ho avvertiti.
DOMICILIO
Come definisce il proprio spazio vitale (fisico, mentale, morale, marsupiale)? Le gallerie che scava nel terreno, da cui esce soprattutto di sera e di notte intonando “I’m waiting for the night to fall…” dei Depeche Mode, e quasi sempre in solitaria (e sennò mica era il mio animale!), sono comunicanti con quelle degli altri vombati. Ma se là sotto è buio, come si fa?
CACCA A CUBETTI
Trucco per sapere chi sia il nuovo vicino appena insediatosi: al posto delle targhette sul citofono, il vombato marca l’ingresso di casa sua con la cacca, che è cubica! No, non ha lo sfintere modellante (è la prima cosa che mi avete chiesto dal vivo, siete delle bestiacce e vi adoro)… Dato che la sua lenta digestione intestinale dura un paio di settimane, la cacca vi si compatta così tanto da diventare a cubetti nell’ultimo tratto dell’intestino, e viene al mondo in quella forma. Un vombato adulto ne depone tra i cento e i duecento cubetti ogni notte!
Astuzia polidimensionale: la cacca cubica non rotola via nei tunnel condominiali sotterranei, che per forza di cose non sono proprio drittissimi, piani e illuminati, e dove quindi una cacca normalmente sferica/cilindrica invaliderebbe tutto il processo di riconoscimento sociale, andandosene chissà dove come una biglia. Perciò funziona. E nella cacca, il vombato sente così tanti odori (la natura è intelligentissima, al di là della scatologia che può non entusiasmare qualche lettrice milanese con la Vuitton), da decifrare non solo chi dorma dall’altro lato del pianerottolo, ma persino quali femmine fertili ci siano in giro, grazie agli ormoni che si trasmettono per via olfattiva. Così può decidere a che piano andare a suonare il campanello… Perché sempre là si va a parare, e meno male, almeno il vombato continua a esistere – visto che in alcune zone risulta già una specie a rischio, sempre per colpa nostra (e daje!).
PROGETTAZIONE
Il marsupio della femmina è rivolto dal lato opposto rispetto a come lo immaginate: volge verso le retrovie. Altrimenti, a furia di scavare, lei lo riempirebbe tutto di terra, che l’eventuale cucciolo ospitato si prenderebbe tutta dritta negli occhi, a meno di non indossare occhiali da saldatore. La natura, dicevamo, non fa una piega.
NUTRIMENTO
Il vombato è vegetariano: mangiucchia le sue carotine e altre radici, bruca l’erbetta e non disdegna il panino corteccia e funghi. Un altro animale eco-friendly. I suoi denti non smettono mai di crescere; semplicemente si limano a furia di rosicchiare il cibo e i tronchi d’albero, con buona pace dei dentisti wombat, che quindi non esistono, e infatti in tutta l’Australia non c’è un singolo vombato povero o indebitato.
CONVIVENZA
Il vombato è assai selvatico, ma è possibile conviverci pacificamente se decide che gli piace il vostro giardino. I cuccioli di vombato sono dei gran giocherelloni, e se sono abituati alla vicinanza dell’uomo si lasciano felicemente accarezzare, coccolare e strapazzare. Da adulti invece tendono a diventare anaffettivi nei nostri confronti (come dar loro torto?).
Inoltre si adatta talmente bene a ogni contesto, che a differenza di tutti gli altri animali selvatici tipici d’Australia, è persino possibile rilasciarlo in natura dopo un periodo di cura in cattività in cui ne abbia persa l’abitudine, e lui se la caverà. Hell yeah.
ARTE
Eccovi un dipinto realizzato da un vombato! 🙂
TASSONOMIA
Questo pannello illustra i tre tipi di vombato esistenti. Quello di gran lunga più diffuso è il vombato comune, in basso; se incontrate uno degli altri due, siete fortunatissimi!
Esiste un asteroide chiamato Wombat, ma a Lucy questo non interessa. Non sa nemmeno di essere un wombat ed è felice comunque, non come noi che ci interroghiamo gratuitamente sull’universo, sulle profondità dei bunker e sull’escatologia, con e senza E.
Il post finisce qui, ma per chi segue il blog: volevo mostrarvi questo dono ricevuto durante il mio ultimo passaggio a casa dalle mie amiche, che hanno intuito che il mio nuovo appartamento Down Under necessitasse di un po’ di made in Italy:
Una composizione tutta fatta a mano a tema australiano, con l’eucalipto, l’orsetto koala, l’ariete nero (un infiltrato più berlinese che australiano, perché ho abitato anche lì, come ho raccontato in questo post che cita il soggetto vero in carne e lana), e Lucy! Non un vombato comune qualunque, ma proprio Lucy.
Mi sono sentita assai fiera, perché la ragazza a cui l’hanno fatto realizzare voleva posizionare anche il koala sul praticello, ma le mie amiche, da brave lettrici attente del blog sono subito insorte: “No!!! Un koala non sull’albero, vuol dire che qualcosa non va!!”. 😀 Ecco, il famoso senso di cui sopra, per me, è anche quello che si trova in questo spazio virtuale.
(L’autrice del mio dono la trovate a questo link, crea un sacco di cose belle).
Lucy vi ringrazia anche oggi per essere passati nei suoi tunnel! 🙂
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