Avvertenza: Si sconsiglia la lettura di questo post travel estremamente scorretto alle persone che si autodefiniscono “solari” e ai fan di Tripadvisor.
Hanging Rock: storia vera (?) di un picnic finito male
Nel giorno di San Valentino del 1900, un gruppo di eteree fanciulle di un college australiano molto perbene decise di recarsi in gita al famoso Mount William, una montagna poco più a nord di Melbourne nota per le sue particolari formazioni rocciose, imponenti e misteriose.
L’esotico pomeriggio avrebbe comportato un tranquillo picnic al femminile ai piedi del monte, all’ombra degli ombrellini parasole (febbraio è in estate!) e al gusto delle insalatone con il Condiriso e del the freddo al limone.
Un’ora prima del rientro al college, quattro ragazze ottennero il permesso di avventurarsi più in alto, fino alla cima, per dare un’occhiata ravvicinata alle maestose pietrone e immaginarsi in un selfie con lo sfondo di tutta la vallata, se solo i selfie stick fossero già stati inventati.
Però il tempo passava, e loro non tornavano.
Scattò l’allarme, partirono le ricerche.
Una settimana dopo venne ritrovata una di loro, senza più la gonna e in stato confusionale, con la memoria come svuotata. Delle altre, nessuna traccia.
Nel frattempo sparì anche una delle insegnanti che avevano provato a cercarle.
Lo smarrimento così generato portò in pochi mesi alla disgregazione della scuola. Molte ragazze vennero ritirate; una precipitò dalla torre dell’edificio. Per finire in bellezza, la preside scelse proprio la rupe di Hanging Rock per porre fine ai propri giorni.
Un fallimento.
Storia vera o fantasia?
Insomma, una tranquilla storiella australiana, narrata nel romanzo del 1967 “Picnic a Hanging Rock” di Joan Lindsay e ripresa nell’omonimo film tratto poco dopo da Peter Weir. Se sia vera o no, chissà. Scegliete voi, l’autrice voleva così.
Sta di fatto che da allora, Hanging Rock, parte della zona dei Macedon Ranges del Victoria, è diventata una meta famosa sulle mappe di molti turisti, anche internazionali, che la visitano in ogni stagione.
Ma vediamo insieme di trovare, ragionandoci, una risposta al mistero: perché quelle povere fanciulle finirono per cadere vittime dell’Ignoto? Cosa avrebbe potuto salvarle? La tragedia era evitabile? Chi dobbiamo incolpare?
Ecco gli elementi da considerare per sciogliere l’enigma (la soluzione è a pagina 46).
Hanging rock: storia vera di un luogo naturale
Hanging Rock è un vulcano estinto. La regione testimonia di tempi preistorici, quando Australia e Antartide a furia di bisticciare si stavano separando, incalzate da un eloquente accompagnamento di circa 400 vulcani attivi e da un clima indeciso su che piega prendere. A Hanging Rock ci fu una delle prime eruzioni di tutta l’area, 7 milioni di anni fa.
La zona, come tutta l’Australia del Sud-Est, ospitava abbondante megafauna, gli animali in formato XL ormai estinti, che convivevano più o meno pacificamente con gli umani.
I primi insediamenti europei nell’area risalgono alla seconda metà dell’Ottocento; nel 1870 le pendici del monte erano già una cosiddetta riserva ricreativa.
Questa caratteristica è rimasta immutata: da 150 anni, il luogo ospita infatti un circuito ippico molto rinomato dove ogni anno gareggiano i migliori purosangue, tra gli applausi e le stoviglie usa e getta degli spettatori.
Abitanti legittimi e non
La montagna, soprattutto tra il 1850 e il 1870, era anche covo dei Bushrangers, uno dei fenomeni fuorilegge francamente più cool di tutta la storia australiana. Immaginateli come dei Robin Hood in perenne lotta con l’autorità (prossimamente ne racconterò come meritano), dediti a furti e rapine, sempre pronti a sparire nel nulla dopo un’imboscata. Dai 700 metri di altezza di Hanging Rock, potevano agevolmente supervisionare tutta la vallata.
Da prima di tutto ciò, costante era la presenza dei nativi aborigeni. Custode di questa parte di terra era la tribù dei Wurundjeri, parte di un raggruppamento di otto diversi gruppi linguistici complessivamente noti come The Kulin Nations (i “custodi tradizionali” anche di Melbourne). Formidabili guerrieri, molto legati al territorio sia spiritualmente che fisicamente, estraevano pietre dalla cava locale per farne asce tipiche, che poi barattavano con le altre tribù.
Solo nel 1999 il sito è stato reso formalmente ai Wurundjeri; attualmente sono loro che si occupano della sua conservazione.
Una geologia unica
La zona ospita anche sorgenti (una settantina!) di ottima acqua minerale, inclusa la effervescente naturale, per via del ritirarsi dei vulcani che originò un enorme bacino acquifero sotterraneo. Ognuna di esse regala all’acqua un proprio gusto unico, che fa fare tanta plin plin e rende puliti dentro e belli fuori.
Hanging Rock è una formazione geologica molto rara. Se di solito, nei vulcani, il magma comincia a formarsi 70 km sotto la superficie terrestre per poi eruttare come lava, qui rimaneva a lungo a riposarsi al livello della crosta, prima di fuoriuscire. Lì poi si dissociava: la parte più leggera eruttava per prima, creando, col tempo e con l’erosione, rocce con fratture verticali così uniche e riconoscibili.
Natura e animali
La zona è ricca di flora e fauna tipiche: eucalipti e acacie (le acacie sarebbero le mimose, che decorano anche lo stemma australiano!), e poi gufi, falconi, pappagalli, serpenti, opossum, canguri, e solo per chi proprio ci crede e decide di fissarsi finché non ne scova uno: anche orsetti koala.
Nei dintorni si trovano giardini botanici, paludi, vigneti… Insomma, per un picnic estivo c’è solo l’imbarazzo della scelta. Poco lontano sorge anche un’imponente Wombat State Forest. Tutto questo non c’entra con la leggenda ma volevo scriverlo, sperando di invogliarvi a visitare la regione perché merita.
Hanging Rock, storia vera di un fallimento
Ecco, ora abbiamo tutto quello che ci serve per rispondere al quesito:
Perché la sorte si è accanita tanto crudamente contro quelle ragazze? Dove hanno sbagliato? Perché la Morte ha scelto proprio loro?
Soluzione: quelle impudenti non avevano consultato i siti di consigli di viaggio. Non avevano alcuna app a guidarle. Né avevano letto le recensioni della gente scomparsa prima di loro, o visto in anteprima le fotografie delle fenditure più pericolose. Erano partite così, alla cieca, sprovvedute.
La colpa però era soprattutto delle spericolate istitutrici, che nell’organizzare il picnic avevano dimenticato la cosa principale: cercare in rete e studiarsi i post travel in stile “Dove mangiare a…”. Capite il rischio, la tracotanza, la hybris? Nessuna lettura anticipata di imperdibili consigli online su dove nutrirsi, su cosa ordinare, niente foto di piatti mezzi smangiati. Perciò l’Ignoto le ha inghiottite!
Poi la gente crepa e ci stupiamo.
Nota: se volete visitare Hanging Rock, non vi occorre sapere niente in anticipo (indicazioni gastronomiche incluse: lì il bar è uno solo!).
Troverete un accurato centro informazioni che vi spiegherà tutto, dopodiché potrete iniziare a inerpicarvi. Andate e scoprite, vi piacerà.
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Grazie e buona lettura! 🙂
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