Benvenuti, soprattutto coloro che hanno sempre sognato di arrampicarsi su un albero!
Sostengo spesso che gli australiani siano una specie a parte, proprio come i marsupiali rispetto al regno dei mammiferi o le pizze all’ananas rispetto a quello delle pizze.
A supporto di questa tesi, siccome la speculazione è un’attività nobile e necessaria ma a volte c’è bisogno di prove tangibili, vorrei fornire un’evidenza concreta.
Arrampicarsi su un albero nel Western Australia (solo per pazzi)
A testimonianza della pazzia di questo continente si staglia poderoso un albero, nel quale mi sono imbattuta quasi per caso durante le mie peregrinazioni per le meravigliose foreste dell’Australia Occidentale.
Non un albero qualunque, naturalmente. Un eucalipto della famiglia dei karri, che crescono solo in quella zona e sono tra i più alti sempreverdi al mondo.
Il Gloucester Tree, nell’omonimo Parco Nazionale, è una creatura unica. Un perfetto connubio tra la maestosità della natura, l’audacia dell’umano ingegno e una pura, lucida, ridente follia: è un albero con i gradini!
Si trova vicino a Pemberton, un rustico villaggio del WA dove, a meno che non ci si trovi a passeggiare lungo la via che ospita il ristorante cinese locale, si respira costantemente aria di legname, pura e aromatica come poche al mondo.
La particolarità del Gloucester Tree è che è lavorato apposta per essere scalato, grazie a dei pioli inseriti a spirale (nel 1947) lungo tutto il tronco fin su in cima, tra i rami più alti.
58 metri in altezza di scala a chiocciola sui generis, che terminano con una piccola piattaforma di acciaio (un tempo era una vera e propria cabina, tutta in legno) per godersi la vista e la vittoria.
Fin qui, direte voi, non sembra affatto così assurdo; semmai wow, il sogno di arrampicarsi su un albero altissimo diventa possibile!
Perché solo chi è pazzo può salire sul Gloucester Tree
Certo, fin qui suona tutto benissimo, ma è un canto delle Sirene.
Arrivati sul posto, la realtà non mente più: suadente e tentatrice, davanti a voi si staglia una perfetta Macchina della Morte ad accesso libero e gratuito.
Il fatto che non sia ancora precipitato nessuno è questione di pura fortuna, di quella stessa follia insensata che ne ha governato la creazione. Tuttavia non credo che in un Paese sano di mente sia possibile trovare una cosa del genere alle stesse condizioni.
Altro che un ingenuo arrampicarsi su un albero. 58 metri, come la Torre di Pisa!
153 pioli tondi e lucidi, senza alcuna zigrinatura. Contro il rischio di cadute, solo una sottile rete protettiva laterale a maglie larghe, del tutto inutile da quando notoriamente la gravità funziona verso il basso e non di lato.
Alla base del tronco, giusto uno spartano avviso con scritto “Venite, amici! E attenzione, eh!”. Per il resto, nessuna colonnina del SOS per fare arrivare una barella o un becchino, nessun bidone del riciclo per smistare le varie parti umane di chi dovesse cascare giù, nessuna sorveglianza per domandare “E se poi te ne penti?”, nessuna polizza per l’assicurazione sulla vita da sottoscrivere al volo per chi arriva con un partner.
In pratica, la Morte disponibile 24 ore su 24 per chiunque passi di lì.
Intendiamoci: non è che fossi contraria o impaurita a priori, ho anche provato a salirci! Non soffro di vertigini e l’idea mi attraeva da matti. Ma dopo pochi metri ho guardato giù, ho guardato su, ho fatto un rapido calcolo e a dispetto dei miei vari disagi ho preso la solenne decisione: “Voglio vivere”.
Purtroppo però, non appena ho rimesso piede a terra credendomi al sicuro, scambiando occhiate di solidarietà con due o tre persone reduci dal mio stesso tentativo interrotto, la mia dolce metà ha incominciato a tradimento ad arrampicarsi a sua volta. Sfoggiava la stessa aria innocente e trasognata con cui da giovincello credeva che tutte le persone fossero buone e disinteressate, e per via di cui avrebbe dispensato favori anche a Hitler.
Lì mi è stato chiaro che la formula nuziale va rivista, da modificare in “Nella buona, nella cattiva sorte ma mai nella scalata di un albero di 58 metri senza protezioni, o scattano i danni morali“.
Pazzi che si arrampicano sul Gloucester Tree
Non so come sia stato possibile per lui salire fino in cima, riposarsi tranquillo sulla piattaforma ammirando la foresta e poi con calma scendere, rimanendo in vita.
Non significa assolutamente che la scalata sia una cosa sicura o lontanamente ragionevole. Vuol dire solo che qualche forza superiore ha preservato la sua anima candida dalle insidie di un volo mortale. Come il magico Auryn che proteggeva Atreyu nel passare attraverso la Porta delle Sfingi. Da non ripetere.
Già mi ero vista vedova, associando un nuovo senso all’espressione colpevolizzante di mia madre non appena scomparivo un attimo dalla sua vista: “Ho avuto il cuore in gola!”
Almeno, lui è andato e tornato da solo, senza intralci, di buon’ora. All’ora di pranzo invece (nel frattempo noi abbiamo percorso 10 km di sentiero ad anello nel bush, credo per smaltire l’adrenalina) l’albero assume un carattere ancora più mortifero. C’è molta più gente a tentare l’impresa, e salgono uno dietro l’altro. Se uno solo appoggia male il piede e cade, vengono giù tutti quanti come nel domino… È la cosa più rischiosa che abbia mai visto, e nessuno sembra farci caso! Mi sento più incompresa di Sigourney Weaver che cercava di avvertire tutti delle potenzialità nefaste di Alien e veniva allegramente sbeffeggiata.
Gli australiani salgono portandosi dietro i figli infanti. L’ho detto, gente a parte.
Dove arrampicarsi su un albero in Australia
Wikipedia riporta che solo il 20% degli scalatori conclude l’impresa. Un dato che io leggo così: uno su cinque è pazzo. Non c’è altra spiegazione.
Per i pazzi (spero single, almeno) che volessero sfidare il Fato, specifico che in realtà il Gloucester Tree non è proprio unico, ma gli alberi simili della zona sono attualmente due. A pochi chilometri di distanza infatti si trova anche il Dave Evans Bicentennial Tree, il più alto albero di osservazione incendi del mondo con la sua piattaforma a 65 metri. (Un terzo albero, il Diamond Tree, è stato chiuso nel 2019 poiché stava pian piano marcendo). Perché incendi? Perché era proprio questo lo scopo, negli anni Quaranta, della creazione di alberi scalabili fino a un punto panoramico. Si ottenevano ottime postazioni di avvistamento delle fiamme!
Utilità o divertimento che sia, se voi passate di lì e pensate di cimentarvi nell’ascesa, un consiglio: abbiate pronto un testamento.
Se conoscete qualcosa di simile in giro per il mondo, fatemelo sapere, così mi consolo pensando alla pazzia universale.
Bye!
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Grazie e buona lettura! 🙂
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