E se vi parlassi di quoll, gatto marsupiale, dasyurus… A cosa pensereste? E se vi dicessi che è decorato a pallini?
Confusi? Niente paura, vediamo insieme di che strano animale si tratta!
Ingredienti per un quoll, gatto marsupiale maculato
- Un gatto;
- La sagoma e l’istinto carnivoro e predatore del diavolo della Tasmania;
- La felinità potenziata della tigre;
- Qualche manciata di pallini o pois;
- Un marsupio;
- Una lunga e folta coda (tant’è vero che “Dasyurus“, il nome coniato in un falso latino dal mitico naturalista francese tardo-settecentesco Geoffroy Saint-Hilaire, significa “dalla coda pelosa”);
- Un nasino rosa.
Come si ottiene un dasyurus
Durante l’inverno, mescolare maschio e femmina quoll, attendere 21 giorni, sfornare tanti piccoli quoll della grandezza di un chicco di riso e lasciarli riposare a lungo nel marsupio materno. Dopo due settimane, resteranno in vita solo 6 mini-quoll (dove inizialmente se ne possono contare fino a 18!): un trucchetto di natura, visto che i capezzoli eroga-latte dentro al marsupio sono proprio sei. Attendere in tutto 2 mesi abbondanti. Servire i quoll. Lasciarli aggrappati al dorso materno per altri 6 mesi, affinché conoscano il mondo, oppure ad aspettare nella tana mentre la mamma va a fare le commissioni. Infine, ammirarli diventare adulti. Vivranno da 2 a 5 anni.
Varianti locali
Potete preparare il quoll in sei varianti. Due sono tipiche della Nuova Guinea, le altre quattro dell’Australia. Le più amate sono due:
Il quoll tigre, o quoll dalla coda maculata (tiger quoll o spotted-tail quoll, e dasyurus maculatus), il più grosso di tutti e l’unico con le macchie anche sulla coda, che vive in tutta l’Australia sud-orientale. La femmina è anche l’unica dotata di un vero e proprio marsupio permanente; le altre quoll invece creano una sorta di sacca temporanea rivolta verso il retro in occasione di una cucciolata – un ripiegamento di pelle che dopo lo svezzamento scompare.
Il quoll orientale (eastern quoll), più scuro e piccolino (2 chili contro 3-4). Dal 1963 è considerato estinto nell’Australia continentale e sopravvive soltanto – indovinate un po’? – in Tasmania.
Presentazione tradizionale del dasyurus
Gli Aborigeni erano soliti tenere il piccolo quoll orientale proprio come noi teniamo i gatti: come grazioso animale domestico. Per questo si parla di quoll, gatto marsupiale o gatto nativo.
Dove trovare il quoll
Il quoll compare in due modi: a terra, dove caccia e dove possiede un range di territorio personale di svariati chilometri, nei quali non tollera infiltrazioni di altri esemplari; oppure sugli alberi. Similmente ai possum e ai canguri arboricoli, infatti, il quoll sa arrampicarsi sui rami e stabilire la propria tana nelle ambite cavità dei tronchi più vecchi, benché preferisca abitare in basso, tra le rocce.
Quando si mostra
Il quoll, come molti altri marsupiali australiani che soffrono il caldo, è un animale notturno. Di giorno, sta a casa e dorme. Il che, per il viaggiatore in cerca di creature esotiche da ammirare, lo rende ancora più elusivo e affascinante.
Per un gatto marsupiale subito pronto
In Australia, i quoll sono ospitati in alcuni santuari per animali selvatici. Le foto di questa pagina le ho scattate al Trowunna Wildlife Sanctuary e all’East Coast Natureworld, tra i principali centri coinvolti – oltre che nel soccorso, cura e rilascio di singoli esemplari – in programmi di ripopolamento assistito della Tasmania.
Conservazione
Proprio dal Trowunna, in collaborazione con varie associazioni, dal 2018 sono state rilasciate in natura varie decine di esemplari con un collare GPS. Grazie al monitoraggio si è scoperto che, sebbene non tutti fossero sopravvissuti, si erano effettivamente riprodotti con successo al di fuori della cattività.
Rischi di deperimento
Sin dall’arrivo dei coloni Europei in Australia, per il quoll le cose non hanno fatto che peggiorare: rospi delle canne introdotti (appetitosi ma velenosissimi), deforestazioni, incendi, pirati della strada, cani lasciati liberi (cosa che in Australia non dovrebbe mai accadere, perché attaccano gli animali nativi), predatori selvatici quali volpi e gatti rinselvatichiti, esche velenose per topi. Buone!
Nuove tendenze
Ultimamente si sta discutendo di un controverso progetto per tutelare il delicato quoll orientale: la sua reintroduzione presso le famiglie come animale da compagnia, alla stregua dell’usanza aborigena. Secondo i sostenitori dell’idea, non ci sarebbero controindicazioni perché le bestiole si adatterebbero bene all’ambiente domestico umano. Inoltre eviterebbero i rischi di cui sopra, riuscendo a riprodursi in tutta tranquillità. Ma esistono anche pareri contrari a un tale snaturamento di un animale selvatico, perciò l’iniziativa è ancora in fase di studio e discussione. Voi lo adottereste un piccolo quoll?
Cosa mangia il quoll
Il nostro abile cacciatore si nutre di piccoli mammiferi (spesso wallaby, che sono più grandi di lui!), uccelletti, piccoli rettili e insetti. Come il diavolo della Tasmania, è anche un abile spazzino poiché non si fa problemi a gustare le carcasse di animali morti, inclusi quelli investiti e lasciati sui cigli delle strade. Così tiene pulito!
Come le volpi, se passa da fattorie o case immerse nella natura ama particolarmente le uova delle galline… e le galline.
Curiosità finali: la cacca del quoll!
Secondo l’autorevole Pooseum, il Museo della Cacca che ho visitato in Tasmania, la cacca del quoll è la più puzzolente di tutte le cacche del mondo!
I solitari quoll si incontrano praticamente solo per accoppiarsi (e se la femmina si rifiuta, il maschio arriva a passare alla violenza visto che è grosso il doppio di lei); tuttavia, vanno tutti a fare i propri bisogni e a spandere i propri odori in un luogo solo, creando latrine comuni ai confini delle aree individuali. Il che, come mi ha spiegato uno dei bravissimi ranger del parco Natureworld, per loro è proprio come avere un gruppo Facebook: grazie al fiuto delle tracce olfattive, riescono a monitorare quali altri esemplari siano stati lì, quando, e con quali caratteristiche. In uno stesso posto sono state contate più di cento cacche!
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