Quando sei lontana, l’amicizia a distanza può salvarti.
Questo è un post scritto di getto, per gratitudine verso quelle persone che ci rendono sopportabile il vivere in un altro emisfero, in perenne sfasamento spazio-temporale. Un’esistenza, la nostra di expat nel continente a testa in giù, passata ad attendere con ansia, novelle Volpi addomesticate, quell’ora del tardo pomeriggio in cui anche da loro suonerà la sveglia: finalmente farà davvero giorno anche per noi.
Amicizia a distanza. Frasi per resistere
Oggi, nella casella della posta, c’è una busta per me. Sopra: il mio indirizzo esotico, colori, un corsivo delicato, tutto inclinato.
Forse in origine la scrittura era diritta e poi, a furia di volare per meridiani e paralleli per arrivare fino a me, si è pian piano inclinata, come l’asse terrestre.
Dentro, un bigliettino sigillato e precise istruzioni della mia amica francese: “Apri e leggi in quei giorni in cui sei giù, o quando ti senti sola”.
Lo metto da parte, perché oggi non è uno di quei giorni. Per la verità, sono di ottimo umore, specialmente da quando ho recuperato questo prezioso cimelio che la mia amica ha maneggiato, e che si è fatto tutta quella strada.
Eppure voglio aprirlo adesso. Mi serve un escamotage, non voglio mentire, nemmeno non vista da nessuno. Lo riprendo in mano e rileggo:
“…o quando ti senti sola”.
In effetti: tutte le mie persone sono in Europa. Lui è in America per lavoro. Qui siamo io, me e la busta, da soli in tutto il continente, e dobbiamo bastare a noi stessi. Perfetto. Apro.
Calore e gratitudine
Stringhe di frasi, ritagliate una ad una da un foglio di carta e ripiegate, si tuffano sul tavolo. Le dispiego in riga una dopo l’altra. Lo stesso corsivo francese giovane e delicato.
Tu es courageuse.
Tu es gentille.
Tu es une aventurière.
Tu es attentionnée.
Tu es combative.
Tu es persévérante.
Tu es une warrior.
Tu es généreuse.
Tu mérites le bonheur.
Ce ne sono a decine, con il mio nome. Rivolte a me, per me. Le allineo tutte vicine, inizio a piangere di gratitudine e nostalgia e non mi fermo più.
Capisco che la lettera non ha viaggiato in superficie, ma è passata dritta dritta per il centro della terra. Solo lì ci può essere un tale calore.
Le distanze si restringono a tal punto da arrivare al punto zero. La mia amica è con me, qui e ora, ci abbracciamo e il suo calore, dilatatosi nel passaggio attraverso il magma, fuoriesce da me sotto forma di lacrime. Sono sola e ho tempo per assaporare il momento, per piangere senza freni pensando a tutto quello che mi manca, che deve mancarmi, che sono così fortunata da avere e che non mi dimentica.
Come iniziò
La nostra amicizia a distanza iniziò nel punto zero della nostra esistenza.
Parigi, lo stesso concerto, in prima fila: lei sulla sinistra e io sulla destra, senza ancora conoscerci, quando sono entrati e ci hanno sparato. Il dopo ci ha unite, e anche lei come me ha conosciuto il Male, la solitudine, il potere di una parola gentile, di un incoraggiamento quando la mente è in pezzi, l’euforia dello star meglio.
La mia amica è una persona bella e delicata come il suo corsivo. A volte si immagina piccola piccola e pensa di non poter fare la differenza, invece è una di quelle che la fanno di più. Mentre scrivo, sopra la mia testa sta appesa una casetta in legno che mi ha regalato lei a Parigi, quando vivevo lì con solo una valigia, sperduta dentro e fuori, e traslocavo ogni settimana in cerca di un posto stabile dove stare: “Ovunque la appenderai, saprai che per te in Francia ci sarà sempre casa”.
Il mondo ha bisogno di più persone come la mia amica, e di più frasi ritagliate nella carta e spedite attraverso il centro infuocato della terra.
[Post aggiornato il: 23/07/2020]
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