«Dimmi, Uyulala, mi odi e quanto?
Io non ti vedo e pur lo vorrei tanto.»
La voce gli alitò accanto all’orecchio:
«In nessun tempo mai è accaduto
che si potesse dire ‘t’ho veduto’.
Ma così è: vedere non mi puoi,
e pur son qui, davanti agli occhi tuoi.»
«Ma allora sei invisibile?» domandò Atreiu. Quando non ricevette risposta, si
rammentò che le sue domande dovevano essere in rima, e allora disse:
«Sei del tutto invisibile cioè…
o è piuttosto il tuo corpo che non c’è?»
Si udì un suono lieve e tintinnante, che poteva essere un riso o fors’anche un
singhiozzo, e poi la voce cantò:
«Sì e no e di tutt’e due nessuna,
così come tu adesso hai dichiarato.
Io non mi mostro al sole né alla luna,
come fa ogni cosa del Creato.
Il corpo mio è solo suono e accento
udibile così come un lamento,
e questa voce solamente, infine,
a tutto l’esser mio fa da confine.»
Atreiu non finiva di stupire e continuava a seguire la voce, avanti e indietro, in
tutte le direzioni. Dopo un po’ di riflessione ebbe pronta un’altra domanda:
«Ho ben capito quel che intendi dire?
La tua persona si può solo udire?
Ma quando tu finisci di cantare?
In nessun luogo ti si può trovare?»
E di nuovo udì la risposta, che questa volta veniva da molto lontano.
«Quando alla fine giungerà il mio canto,
sarà di me quel ch’è d’ogni creatura,
allora anche di me sarà soltanto
come di chi s’avvia a sepoltura.
È questo dunque delle cose il corso,
ma sta volgendo al termine il percorso:
io vivo fin che il canto mio perdura.»
Tratto dal capitolo “La Voce del Silenzio”, da Michael Ende, La Storia Infinita, traduzione di Amina Pandolfi <3
E con questo spero di avervi risposto. Godetevi le foto di Lucy, ché lei è decisamente corporea, zampetta e grugnisce pure un po’.
[Photos: from the Web]
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