Halloween in Australia: come si festeggia? Se vi fate questa domanda, siete sul post giusto. Ma prima, una premessa!
Perché festeggiare?
Nella fervente attesa di una prossima estinzione di massa, vuoi per un allegro missile sfuggito a qualche capo di stato, vuoi per un’ulteriore espansione dei no-vax o per le microplastiche ormai insediate con successo fin dentro ai nostri stomaci, mi sembra se non saggio, almeno legittimo voler approfittare di ogni occasione possibile per svagarsi e far festa.
Fine della mia personale e approfonditissima storia della festa di Halloween. 🦇
Perché festeggiare Halloween?
Non scordiamo poi gli argomenti della messa in scena, della catarsi e del panem et circenses, validissimi anch’essi in quest’epoca in cui non si butta via niente.
Ma soprattutto, ormai da tempo, coltivo una bollente passione per l’apotropaico. If you can’t beat them, join them, no? 🕷
Contrariamente alle apparenze, un certo gusto del macabro e per lo humour nero mi contraddistingue. Non come diretta conseguenza della mia gradevolissima e opportuna esperienza novembrina di Morte, ma da ben prima.
Ad esempio, ho delle amiche con cui il passatempo preferito di una lontana estate è stato farci un book fotografico, a turno, distese dentro una bara, inscenando il sonno eterno. (Sì, la mia amica C., come da foto qui sotto, nella sua camera da letto detiene orgogliosamente una bara. Da quando non la usa più per intrattenere le sue ospiti, l’ha riadattata come scarpiera, in onore di un’illustre collezione di tacchi alti). Avevamo anche i cartellini da obitorio con nome e cognome, da appenderci al piede. Voilà l’apotropaico.
Questa premessa – oltre alla solita curiosità et(n)ologica – serviva a rendere l’idea dell’animo esultante con cui attendevo i miei primi festeggiamenti australiani di Halloween, lo scorso 31 ottobre.
In Italia avevo sempre ignorato la ricorrenza. Volevo evitare di prendere posizione tra le due scuole di pensiero ugualmente moleste: il “non è nella nostra tradizione!”, e le convintissime feste hipster a tema nella Milano bene, con mortifero prezzo fisso e selezione ancor più mostruosa all’ingresso. 🕸
Halloween in Australia: aspettative
Invece in Australia, mi dicevo, sarebbe stata tutta un’altra cosa.
Avrei fluttuato per le vie liberamente travestita, stretta nel mio mantello nero e ammiccando da sotto alla mia maschera da Morte a qualche giovane mummia smarrita, brandendo amichevolmente la falce. Non in virtù di particolari credenze o amore per le ritualità, bensì semplicemente per l’assunto d’esordio: ci sarebbe stata una festa, e in un contesto a me nuovo. Non poteva che essere una splendida idea.
Halloween in Australia: come si festeggia
E invece la sera del 31 ho scoperto di non aver fatto bene i compitini. Trovarmi in un paese anglosassone non bastava; Halloween in Australia è differente. Che mi credevo? Che si fosse nell’America di E.T.? Sbagliato.
Già il fatto che qui si fosse a testa in giù, in primavera, in occasione di una festività tardoautunnale celebrante il passaggio a miglior vita e i mondi oscuri, doveva insospettirmi.
Eppure mi avevano tratta in inganno le pubblicità di serate a tema e le vetrine sberluscenti dei negozietti cittadini. I quali, insieme a intere corsie di supermercati, per tutto il mese precedente esponevano entusiaste costumi, decorazioni e oggetti, e persino cibi, da consumarsi in occasione della Festa dei Morti. Probabilmente era solo una modalità come un’altra per riciclare denaro sporco, o un espediente per dar lavoro a operai cinesi sottopagati mettendoli a produrre in serie sgraziati gadget, difettosi e festivi, e dolciumi impregnati di sciroppo di glucosio e coloranti. Rimango nel dubbio.
Insomma, avevo atteso con ansia e finalmente non vedevo l’ora di spaventare grossolanamente qualche bambino che avesse osato chiedermi un dolcetto. Avevo persino ideato di andare in giro nel mio costume da Mietitrice a distribuire ai più meritevoli, a sorpresa, dei cuoricini rossi invece che biglietti di sola andata per l’Inferno, perché la mia Morte doveva distinguersi e mostrarsi magnanima e amorevole. Ma ho subito abbandonato l’idea, nel desiderio di un più blando conformismo, per mescolarmi più tranquillamente alle schiere spettrali di orrifici personaggi.
E così, giunta alla fatidica sera, sono andata al Municipio a sentire un elettrizzante e goticheggiante concerto di organo e sintetizzatori (nel City Hall di Melbourne c’è l’organo più grande di tutto l’emisfero australe, smisurato e bellissimo), al termine del quale sono passata alla toilette delle signore per infilare il mio travestimento prima di dirigermi verso casa, convinta che tutti facessero lo stesso. La mia dolce metà mi accompagnava nei panni di un malriuscito ma comunque bellissimo ibrido tra Dracula e Satana, senza peraltro crederci troppo – per entrambi bastava il mio entusiasmo.
La scoperta orrifica
Afflizione e sgomento! Sì, ho spaventato diverse persone, ma più perché ero la sola a indossare un costume che non per le mie minacciose fattezze. I passanti mi guardavano come se fossi pazza. Qualche ragazzo normovestito qua e là mi lanciava un sorriso “vorrei ma non posso”, e questo è più o meno tutto.
Poi c’è stato il signore sul tram che vedendomi, ha esclamato “Che schifo!”, in italiano, senza che avessi fiatato lasciando intuire la mia provenienza. Un successone.
Non ho avuto nemmeno la soddisfazione di entrare in un pub nei miei sgargianti panni mortiferi e fare la mia ordinazione, perché subito un cameriere, intimidito, mi ha pregata di rimuovere almeno la maschera per ragioni di sicurezza. E io, che a tali questioni sono sensibile, ho subito ubbidito. Mestizia.
Solo davanti al Luna Park c’era una certa circolazione di zombie. Ma era un movimento posticcio, fatto di mostri che non avevano ben chiara la loro responsabilità infernale.
Però, almeno, la soddisfazione di far segno di fermarsi al conducente del tram agitando la falce, quella me la porto ancora dentro.
Dov’erano tutti? Forse nei locali trendy, nelle casette con giardino e barbecue a festeggiare privatamente, o forse direttamente agli Inferi… Sta di fatto che per Halloween volevo fare la Morte, ma mi sono sentita più che altro un’ombra interdetta per aver sbagliato continente. E fu così che mi si svelò l’impietosa verità: no, in Australia festeggiare Halloween “non è nella tradizione”.
I bambini però si sono divertiti! … Il giorno dopo. Infatti, più tardi, ho comunque imparato una lezione: l’Australia è un Paese approssimativo, si può quindi festeggiare approssimativamente chi la sera dopo, chi nel weekend, come viene più comodo. Basta mettersi d’accordo!
Come andrà quest’anno? Ho paura di scoprirlo. 🔮
EDIT: per non rischiare di deludere le mie frizzanti aspettative, stavolta la mia serata si è svolta comodamente da casa, insieme a due rassicuranti presenze: Pizza e Birra. Una degna e più che appagante conclusione.
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Grazie e buona lettura! 🙂
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