L’immenso Red Centre (Australia Centrale), soprattutto per chi come me proviene da una metropoli ingombrante, molle e leziosa come Melbourne, produce nello spirito – oltre che una felice sorpresa – un moto che chiamerei, senza troppi giri di parole, di dolore.
Rossissimo nella sua assoluta e inevitabile rossità, il Red Centre fa male agli occhi di chi non gli appartiene; e non se ne dispiace. Tutt’altro.
Una terra titanica
Ti lacera le intenzioni facendoti bramare di interrompere il tuo percorso, quale che sia, di fermarti lì e mettere radici, per diventare anche tu una di quelle piantine ingloriose nell’aspetto ma capaci di succhiare acqua fino a tre metri di profondità, e di sorridere sempre al cielo. Ti ferisce, facendo risultare sbagliate tutte le tue scelte di vita che non culminino in lui. “Che ci facevi a Melbourne, perché non sei subito venuta a vivere qui, stolta? Qui dove si bada solo a ciò che conta?” – “Perché comunque non avresti potuto!”, ti domanda e ti risponde. È impietoso, il Red Centre. Non è per tutti. Te le mostra, le sue asperità, non nasconde niente, ma ne fa un vanto. E tu se sei fortunato soccombi, preda del suo potere.
Perché il Red Centre ha qualcosa di più, che in tutti i miei viaggi in Australia mi era capitato raramente di trovare: un’anima densa, una forza magnetica attraente, una vita sparpagliata e onnipresente, vigorosa e resistente. Il Red Centre, come me, ha ben chiaro che la vita è soprattutto resistere, e fare buon viso a cattivo gioco.
Le stupefacenti forme di vita del Red Centre
Lo sterminato Red Centre appare come un sorprendente dito medio rivolto alla durezza di condizioni climatiche. C’è più vita nel Red Centre che in molti altri posti! È opinione comune che l’Australia sia tutta desertificata appena ci si allontana dalle coste, ma in realtà i deserti australiani veri e propri non sono poi tantissimi. La maggior parte del territorio è un ambiente semiarido, dilatato, certo ostico, ma pullulante di sforzi di adattamento vegetale e animale, dei miti e dei riti di una cultura indigena vecchia decine di migliaia di anni (anche 60.000), e di creature che se ne vanno in giro perfettamente a loro agio tra i gradi estremi del termometro e le folli escursioni termiche stagionali.
Cosa c’è da vedere nel Red Centre
Uluru (l’ex Ayers Rock)
Il monte Uluru, sebbene non si trovi proprio nel centro geografico del Red Centre, ne è la forza simbolica di attrazione più potente, capace di raggiungere i suoi accoliti a migliaia di chilometri di distanza. I più sensibili e suggestionabili – come me – lo sanno sin dalla prima volta che, da piccoli, ne sentono parlare: a vedere quella Roccia, così insensata e inspiegabile, bisogna andarci assolutamente. Tutto gira intorno a Uluru; anche tu, quando finalmente ti produci nella camminata che hai sempre sognato, quella lungo il suo intero perimetro (10 km). Con me, Uluru è riuscito dove tutti gli altri landmark del mondo finora avevano fallito: farmi spendere un sacco di soldi per salire su un elicottero, per ammirarlo anche dal cielo e languire.
Kata Tjuta
Il complesso montuoso di Kata Tjuta (“molte teste” nella locale lingua aborigena Anangu), a poche decine di chilometri di distanza dal singolo masso Uluru e simile ad esso concettualmente, esiste per ricordarci che nella vita si trovano anche i bonus, e per condannare le narrazioni umane errate. Quanti infatti sanno che il parco nazionale di Uluru si chiama in verità Uluru-Kata Tjuta National Park? E che queste due maestose formazioni rocciose si corrispondono come un marito e una moglie? Non molti, e il motivo probabilmente ha più a che vedere con le semplificazioni del marketing turistico che non con fatti reali.
Anche Kata Tjuta non può essere ignorato, e la sua bellezza austera ma accogliente rimane incastonata nel petto, tra le pieghe rosse del cuore, anche una volta tornati a casa.
LA città dell’outback: Alice Springs
Ah, la mitica Alice! Se Darwin, su al Nord, è la capitale ufficiale dello Stato del Northern Territory, Alice Springs ne è il fulcro vero, il muscolo portante che batte e che fa vibrare tutt’intorno.
Tappa centrale fondamentale dell’autostrada che taglia il continente da Nord a Sud (e prima, della ferrovia, oggi ridotta quasi solo al celebre treno turistico Ghan; prima ancora, delle tratte dei cammellieri e dei primi tenaci esploratori), Alice Springs ha tutta l’aria della sopravvissuta, ma lo spirito di una ragazzina avventurosa.
Quanto disagio umano c’è ad Alice! Ma quanta vita, quanta cultura e bellezza! Se siete in Australia, vi scongiuro: non fate l’errore di andarvene senza aver visto Alice, capirete tutto molto di più.
I MacDonnell Ranges
Queste antichissime formazioni montuose si dipanano orizzontalmente a ovest e a est di Alice Springs, e sono un luogo tranquillo e solitario, pronto a condividere una bellezza segreta con lo sporadico e avventuroso visitatore. Gli Aborigeni locali sono convinti che siano stati creati da tre giganti caterpillar (bruchi), che andandosene qua e là nei tempi della creazione diedero luogo, con il loro transito, a questi paesaggi aspri e ondulati. E vedendoli, non si può proprio non concordare: i Ranges li hanno creati per forza i caterpillar giganti, punto. Non si discute!
Come qualcuno avrà capito, questa non era che un’introduzione. Scriverò ancora di queste bellezze (ad eccezione del Kings Canyon, l’altra attrazione maggiore della zona – uno spettacolare canyon, appunto – che non ho avuto tempo di vedere perché le poche strade nel Red Centre obbligano a fare scelte ben precise).
Durante tutto il racconto, potrete immaginarmi nella versione che segue (ovviamente accompagnata da Lucy, che aveva più caldo di me!). Unta di repellente per insetti da capo a piedi, scarponcini completamente tinti di terra rossa, e soprattutto mentre indosso con orgoglio lo stilosissimo accessorio salvavita del viaggio: il cappello a tesa larga con retino anti-mosche incorporato. Chi è stato nel Red Centre sa.
Ti è piaciuto questo post?
Segui Lucy the Wombat su Facebook!
Iscriviti qui sotto per ricevere i nuovi post via e-mail (il tuo indirizzo verrà utilizzato automaticamente solo per questo scopo).
Grazie e buona lettura! 🙂
Lascia un commento