Era tempo che vi parlassi di una delle mie creature preferite da quando vivo nel continente rosso: lo scinco dalla lingua blu! So che molti amano tenersi alla larga dalle lucertole, ma vi assicuro che questo esserino, lungo una quarantina di centimetri (pur sempre piccolo, nella grande famiglia delle lucertole australiane!), è assai docile e tenerino, in una parola: adorabile. Alla faccia di chi dice che in Australia ogni bestia può uccidervi.
Ne ho tenuto uno in mano in un parco faunistico dedicato ai rettili, e se n’è rimasto buono buono, con giusto quell’aria un po’ arcigna che lo contraddistingue sempre, forse anche perché quel giorno ero vestita malissimo mentre lui ha un aspetto molto chic. Alla mia dolce metà invece ha fatto la cacca in mano.
Di chi si parla
Innanzitutto occorre specificare che i rettili dalla lingua di una tinta così insolita sono parecchi, tutti imparentati e poco dissimili ma non uguali, raccolti sotto al termine ombrello “scinco (in inglese skink) dalla lingua blu“: qui parlerò dei due che conosco meglio, essendo tra i più diffusi. Cioè quello detto blue-tongued lizard, o tiliqua scincoides, e lo shingleback, o tiliqua rugosa. Quest’ultimo ha un sacco di altri nomi diversi, ma non badiamoci; e soprattutto, lo sento un po’ come un mio simile.
Perché lo scinco dalla lingua blu è adorabile
Già, perché? La domanda è legittima. Innanzitutto per la forma: nonostante il corpaccione massiccio, ha le manine piccole e gli arti poco sviluppati, quindi non riesce né ad arrampicarsi sulle superfici né a correre per sfuggire ai pericoli. Se ne va in giro piano piano, un po’ svampito, e si ripara tra le pietre o nelle irregolarità del terreno. E siccome ha il braccino corto, non fa neanche i regali di Natale.
La tiliqua rugosa (la mia preferita in assoluto, ancora più tozza e scura, con la testina triangolare) invece che il tradizionale codino lungo delle lucertole, ha una coda che assomiglia alla testa, tozza (e che se amputata non ricresce), in cui immagazzina grasso per il letargo; e con la quale confonde chi vuole rivolgersi a lei, che non capisce da che lato approcciarla.
Il corpo della tiliqua è ricoperto da una scorza dura dura, un’armatura coriacea che non ha niente da invidiare a quella dei cavalieri. Solo che non serve a molto: quando qualcuno decide di mangiarsi uno di questi animali, tendenzialmente ci riesce. (Si tratta solitamente di kookaburra sghignazzanti, dingo, serpenti, ma anche di cani e gatti lasciati liberi di girare all’aperto, cosa che in Australia, ripetiamolo, non dovrebbe mai accadere!).
Insomma, non è che il nostro scinco sia proprio questo miracolo di funzionalità.
La lingua blu come deterrente
Impossibile, inoltre, non trovare tenero il suo rudimentale tentativo di non finire sulla tavola di qualche predatore – visto che non ha la velocità per scappare – facendo semplicemente la linguaccia. Davanti a un nemico spalanca infatti tutta la bocca, tirando fuori la lingua che, in quanto blu, dovrebbe evocare una certa tossicità o velenosità (vi siete chiesti perché i cerotti di chi lavora in cucina sono blu?), e soffia minacciosamente sperando che il bluff regga. Sì, perché in realtà lo scinco non è minimamente velenoso! Tenero! Se per caso dovesse mordervi, certo fa un po’ male, ma non dovrete andare all’ospedale. Anzi, se ne incontrate uno per strada, cortesemente allontanatelo dalla carreggiata. Vi ringrazierà con una smorfietta aristocratica.
La stagione dell’amore… Tornerà
Lo scinco, che vive soprattutto nelle zone costiere e in quelle semi-aride dell’Australia, è una creatura solitaria che ama starsene per i fatti suoi. È diversamente monogamo: durante l’anno vive da solo, ma quando si tratta di figliare si riunisce con il partner dell’anno precedente, e la coppia si ritrova ad ogni stagione degli accoppiamenti, sempre la stessa, anche per vent’anni di fila (lo scinco può vivere vari decenni!). Ho sempre trovato strane le coppie consolidate in cui ognuno dei due membri vive da solo, ma che si sono fedeli; però, se lo scinco dice che si può, non metto becco.
La femmina dello scinco, contrariamente alle altre lucertole, non depone le uova, bensì partorisce figli vivi! I quali, appena usciti dal corpo materno, si mangiano la placenta evitando alla madre l’incombenza di ripulire la scena dal gore, dopodiché incominciano ad esplorare il mondo per i fatti loro, accuditi inizialmente da entrambi gli amorevoli genitori.
Per i meno impressionabili, ecco un bellissimo video della nascita di due piccoli di scinco dalla lingua blu:
Lo scinco dalla lingua blu come animale domestico
Insomma, lo scinco è un animale assolutamente tranquillo e innocuo. In natura ama prendere il sole, come tutti i rettili a sangue freddo; il suo letargo stagionale è un po’ sui generis, poiché comunque si sveglia ogni tanto per bere. Nei giardini delle case, tiene lontani insetti e lumache, che si pappa; ma essendo onnivoro mangia proprio tutto, dalla carne a frutta e verdura.
Anche per questo è molto apprezzato come animale esotico da compagnia. Per fortuna in Australia è illegale tenerne uno senza permesso, per evitare che qualche sbruffone che ne incontra uno in giro lo acchiappi e se lo porti a casa; anche nei negozi di animali esotici, la questione è assai regolamentata. Sarebbe bello se non esistesse per niente, ma tant’è.
Spero di avervi fatto conoscere un altro animale degno di meraviglia! Io lo immagino un po’ come un vecchio guerriero di qualche casata nobiliare, dotato di abilità ormai anacronistiche, costretto a contare sulla soggezione provocata dal suo lignaggio per cavarsela in ogni situazione. Certo è che quando finalmente lo incontrerò libero in natura, lo saluterò con un inchino e gli cederò il passo.
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Grazie e buona lettura! 🙂
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