Paris, un jour, maybe. Ricordi

Cosa rimarrà di un attentato e di un anno passato a cercare di oltrepassarlo, nella città dell’amour fou

Un jour, i dadi mi rispediranno alla casella di partenza.

Mi sceglierò un segnalino di colore diverso, festoso (giallo o azzurro, non più nero amnesia né rosso venoso, e nemmeno trasparente) e ripartirò da capo.

Parigi, Fontana Stravinsky

Ci vorranno anni, ma un giorno ripasserò da lì. Solo in transito, però.

Percorrerò uno dopo l’altro quei lastroni esperti di storie, tra la cattedrale algidamente materna e il fiume riflessato di ombre in amore, esausto di altalenare su e giù in balia di troppe piene – d’acqua, di Bene e di Male.

Parigi, cattedrale di Notre-Dame sulla Senna con chiatta

Mi sovrapporrò alla casella del chilometro zero e poserò il piede su una mattonella irregolare, che mi teletrasporterà senza passare dal Via! al tempo in cui la calpestavo anni prima, inciampandoci sopra.

Parigi, mattonella Punto Zero (point zéro des routes de France)
(Photo credit: Jean-Pierre Bazard)

Stavolta non ci sarà sangue. Nessun livido. Senza più dolore, farò di nuovo caso a tutti quei luoghi che uno ad uno avrò esalato via, vivendo altrove.

Parigi, facciata di palazzo con luce blu, bianca, e rossa

Mi riapparirà l’Hôtel-Dieu, ma non per doverci entrare ancora – accettazione, perizia, farmaci. Non per accompagnarvi amici che per lo shock non hanno più voce. Solo per fiancheggiarlo andando ad ammirare le orchidee del Marché aux Fleurs, cercandone il profumo e cristallizzandolo – perché in fondo tutto il capitolo nacque così, dalla ricerca di un profumo.

Palazzi di Parigi illuminati dal sole

Tornerà il Boulevard Morland, ma non per il suo ascensore infinito – accettazione, Bonjour, lo psy arriva subito, veuillez patienter, voulez-vous un café?; ma solo per infilarmi nella libreria di fronte e nelle altrui parole scritte, per controllare se il lettino di Sylvia Beach è sempre al suo posto, e se il messaggio benevolo di Walt Whitman è ancora dedicato allo straniero che passa di lì. Salterò un turno per piangere di meraviglia, come la prima volta.

Valigia con libri della libreria Shakespeare in confezioni anonime, e scritta "Lucky Dip"
Luck is believing you’re lucky” @ Shakespeare & Co. Bookstore

Ripenserò a quando la mia mente era così danneggiata, da farmi ripetere lo stesso giro dell’oca lungo tutta una strada senza capire dove entrare, perché leggevo un indirizzo e non assimilavo, rileggevo e niente, l’informazione non saliva al cervello.

Strada parigina stretta e grigia

Rivedrò quel portone pesantissimo, il metal detector e la grossa targa di cui a lungo rilevavo solo la parte “vittime di guerra e di terrorismo”; ma il mio dossier ormai sarà completo. Finite le deviazioni per incontrare l’avvocato, per discutere di expertise e contre-expertise. Mai più cartoncini da pescare. Sarò libera. Finite le interviste per la ricerca, per gli studi scientifici su quella zona grigia che abbiamo dentro la testa, ché non mi sarà rimasto nulla da dire, avrò vuotato il sacco.

Sole si infiltra tra le nuvole, angelo sulla colonna

Passerò dalle due cifre più severe del Quai des Orfèvres: solo un civico qualunque, non più il mio 36, la carta di identità da mostrare, quei corridoi mitici e angusti del sottotetto e quei soldati così umani da riconoscere e salutare. Mai più esaminare liste di oggetti fotografati, sperando di riconoscervi i miei. Basta.

Parigi, Conciergerie vista dalla Senna

Avrò dimenticato cosa indossavo, rimosso e lavato via. Guarita forse non del tutto (è forse possibile?), ma cresciuta. Andata non oltre (non ci si va mai del tutto), ma in avanti, piano piano, come la tartaruga di Zenone.

Mi porterò a passeggio, tranquilla per la mia strada. Se ne avrò voglia strascicherò i piedi, mi vestirò sbadatamente perché non mi importerà, sbadiglierò senza coprirmi la bocca. Non dovrò essere bella a tutti i costi e in ogni momento per ricordarmi di avere ancora questo corpo che ho rischiato di perdere.

Facciata del cinema Atlas con donna e pianeti

Non dovrò dimostrare niente. Potrò scegliere se fare le cose o non farle. Se avrò freddo mi coprirò. La mia pelle lo noterà di nuovo, quel vento pungente, non sarà più anestetizzata.

Facciata del Palais des Glaces con Mammut

Non avrò più bisogno di congelare pur di sentire qualcosa, qualunque cosa. Saprò di nuovo stare da sola, mi sarò data un limite, un involucro a proteggermi. Saremo io e la vita normale, ricompattata, e andrà benissimo così, avrò di nuovo la mia età.

La mia ultima sera, non avrò l’urgenza di vagare avanti e indietro con tra le mani un mazzo di fiori e nel sangue troppo alcool, negli occhi troppo sale. Non finirò di nuovo là, seduta a terra davanti a quella facciata giocosa e beffata a piangere altre lacrime, deludendo i passanti perché no, non voglio compagnia, grazie, solo starmene qui un momento.

Non mi addormenterò la notte nel métro per finire chissà dove. Non mi farò del male. Saprò badare a me stessa. Starò attenta e mi prenderò cura di me.

Forse saprò persino scrivere come si deve, svincolata da questo odioso, incespicante assetto post-traumatico.

Place des Vosges a Parigi, statua equestre con sole filtrato tra i rami degli alberi

E poi di nuovo me ne andrò, forte della consapevolezza che andarsene è salutare (in entrambi i sensi); che si parte non per quell’iniziale strappo doloroso che ci metta alla prova, non per l’anima lacerata come se fosse di carne e nervi, ma per risanarsi, per ricomporsi. E che dai dadi esce sempre qualcosa, non fanno mai zero. Che la vita è più della somma delle sue parti.

Parigi, la Cité de la Science - vista sulla Géode dal canale

Tra 24 ore prendo un aereo per salutare l’Europa, ma Parigi stavolta no. Che stia lì a sedimentare, io devo continuare a guarire.

Scritta su un muro: Retire moi de la boue que je n'y reste pas enfoncé - PS LXVIII -

Segui Lucy the Wombat su Facebook! 🐨

Torna alla Homepage del blog 🛴

Commenti

  1. Avatar Valeria

    Anche io sono rimasta stregata da Parigi, anche se non ho avuto esperienze forti come le tue lì. Ci torneremo prima o poi!

  2. Avatar Lucy The Wombat

    Vale sempre la pena, sempre.

  3. Avatar Simona
    Simona

    Eppure sai leggerti mi da la speranza che un giorno questa città possa attrarre anche me. Non so bene il motivo ma il tuo racconto è così forte che nonostante tutto mi fa venire la voglia di vederla. Magari non subito, ma prima o poi! 😉

  4. Avatar leomamma17
    leomamma17

    Si, ci tornerai e sarà un mix di emozioni strane che non ti so descrivere ma che devi provare, come le mie quando sono voluta tornare sulla Rambla, un pezzo del mio cuore calpestato, solo che i dadi quel giorno, quel 17 agosto, non mi volevano li, col mio bimbo, come facciamo spesso <3 Continua a scrivere, io li leggerò! Besitos

  5. Avatar Lucy The Wombat

    Grazie di <3 !! Sono felice per il tuo benevolo giro di dadi! 😉

  6. Avatar Diara

    Non ho idea di come commentare senza cadere nella banalità. Anzi ho paura di scrivere qualcosa di sbagliato perché mon posso neanche lontanamente immaginare quello che hai passato anche se da francese ricordo quella notte di angoscia a seguire le notizie.
    Posso solo ringraziarti di esserti aperta con noi e aiutarci a capire in qualche modo quello che hai vissuto e come ti senti.

  7. Avatar Lucy The Wombat

    Ti ringrazio davvero!! Ogni tanto mi chiedo se certe cose che scrivo possano disturbare, ma poi mi dico che oltre ad aiutare me potrebbero anche servire a qualcun altro per capire le ferite che rimangono dopo fatti del genere. Grazie ancora di essere passata :*

  8. Avatar Lucy The Wombat

    Mi ero persa questo commento, scusa Simona! Grazie di essere passata di qui. Parigi è così piena di tutto che è davvero difficile non trovare qualcosa da amare. Spero che avrai il tuo bel momento con lei, c’è sempre tempo :*

  9. Avatar 0000giada
    0000giada

    Lucy sono una tua fan! (abbraccio serotonico)

  10. Avatar Lucy The Wombat
    Lucy The Wombat

    L’abbraccio serotonico è già mitico! 😉😘

  11. Avatar drinkfromlife Sara Chandana

    Questo tuo post mi ha toccata moltissimo, forse perché amo Parigi. Forse perché pochi giorni fa, a causa di un nubifragio in Salento, ho pensato che sarei morta. Non so. Ma leggerti è forte e ti auguro una rinascita totale.

  12. Avatar Lucy the Wombat
    Lucy the Wombat

    Ti ringrazio tanto! <3 Mi dispiace per quello che hai vissuto, non posso immaginarlo del tutto. A rischio di sembrare ridondante (probabilmente lo saprai già o te l’avranno già detto, ma queste cose sono importanti e in molti casi vengono sottovalutate), occhio agli eventuali sintomi post-traumatici che possono essere in agguato in qualunque momento (spero di no). Un abbraccio!

  13. Avatar Giovy Malfiori
    Giovy Malfiori

    Non posso nemmeno immaginare ciò che provi pensando a Parigi e ciò che quella città ti ha lasciato nell’anima. Tornare, prima o poi, sarà quasi un qualcosa di obbligatorio per girare pagina definitivamente. Con calma, coi tuoi tempi. Ma servirà.

  14. Avatar Lucy the Wombat
    Lucy the Wombat

    Sono d’accordo con te. Con calma, più in là. Grazie 😘

  15. Avatar Francesca

    Il tuo post è bellissimo, soprattutto il tuo modo di raccontare un’esperienza così forte senza cadere nella retorica. Chapeau. Un abbraccio grande.

  16. Avatar Lucy the Wombat
    Lucy the Wombat

    Ciao Francesca, grazie mille! Un abbraccio a te!

  17. Avatar laura

    Il tuo racconto riesce a trasmettere tutta la tua sofferenza. Parigi e la Francia sono stati segnati dal terrore e dalla violenza, ma il tempo aiuterà tutto e tutti a tornare alla normalità…senza dimenticare. Un abbraccio.

  18. Avatar Lucy the Wombat
    Lucy the Wombat

    Grazie per queste parole, Laura 💕

  19. Avatar Virginia

    Dalle tue parole si riesce a percepire la ferita, si sente vibrante il dolore che ancora è vivo. Come sempre, con le tue parole crei un ritratto di espressionismo puro in cui gettarsi per vivere le emozioni che lasci passare attraverso le righe. Parigi si farà perdonare, prima o poi.

  20. Avatar Lucy the Wombat
    Lucy the Wombat

    Che bella cosa che hai scritto, ti ringrazio tanto!! <3

  21. Avatar Denise
    Denise

    Mi dispiace per quello che hai vissuto. Deve essere stato terribile e si può capire solo se ci si passa, probabilmente 😦

  22. Avatar Lucy the Wombat
    Lucy the Wombat

    Come per tutte le esperienze anormali, è proprio così 🙁 Grazie!! 😘

  23. Avatar Katja

    Credo che Parigi rimarrà sempre con te, nel bene e nel male. Un ritorno in questa città è come fare pace col passato per riuscire ad andare avanti (forse): l’occasione giusta per dirle addio per sempre oppure “ci rivediamo la prossima volta!”! Probabilmente viene fuori la necessità di rivivere la città con ritmi & ricordi di una normale cittadina alla quale non è mai successo nulla. Chissà …

  24. Avatar Lucy the Wombat
    Lucy the Wombat

    E’ proprio così! Infatti prima o poi accadrà, ma aspetto di essere pronta! Ciao Katja 🙂

  25. Avatar Viola

    Spero davvero per te che quel giorno di cui hai scritto arrivi presto. Che riuscirai, seppur non del tutto, a “dimenticare” e a guardare avanti senza soffrire del ricordo. Ti abbraccio.

  26. Avatar Lucy the Wombat
    Lucy the Wombat

    Viola, grazie, un bacio! :*

  27. […] Paris, un jour, maybe. Ricordi […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *