Un sentito buongiornissimo alle amiche e agli amici di Lucy, l’imperturbabile vombato che veglia sulla sottoscritta.
Oggi vorrei approfittare della mia disagiata esperienza personale per celebrare con stupore e commozione una figura mitologica, un essere prodigioso che esiste solo in qualche tempo e in qualche luogo, come l’unicorno o il colibrì fatato o i pesci magici.
Questa rara e sempre auspicata creatura, a differenza della perla dell’ostrica o dell’insetto in grado di illuminare tutta una stanza, appartiene al mondo degli umani, può essere indifferentemente maschio o femmina, e quando la si trova si può star certi di possedere la chiave di uno scrigno di inestimabile valore.
Chiameremo questo prodigio vivente con il cacofonico acronimo “P.I.S.”, ovvero: la Persona Intelligente e Sensibile. Una meraviglia della natura e dell’evoluzione.
La P.I.S. irradia talmente tanto splendore da essere definibile solo per negazione, e solo nel tempo. Molti individui, infatti, sono capaci di comportamenti da P.I.S.; ma solo nella durata essa riluce di tutto il suo fulgore e preziosità.
Vediamo quindi insieme cosa NON è una P.I.S.:
-
La P.I.S. è quel lontano conoscente che il giorno dopo che sopravvivi a un attentato NON ti invia la richiesta d’amicizia.
-
La P.I.S. è la persona che subito, in virtù di un precedente coinquilinaggio in simpatia, NON si fa viva per chiederti un’intervista che non vuoi fare affermando “come giornalista devo chiedertelo”; NON si approfitta del fatto che tu sia dissociata, fragilissima e manipolabile per estorcertela, NON ti giura che non inserirà nel testo quell’unico dettaglio macabro che le racconti solo per lei, per darle una vaga idea, ma che ribadisci che gli altri non dovranno sapere mai, almeno non da te. La P.I.S. è colei che NON ignora – o NON finge di ignorare – che è possibile o transitare come un bulldozer sulla sensibilità altrui, oppure mantenerci un rapporto e un contatto, ma non entrambe le cose.
-
La P.I.S. è quell’amico di amici con cui chiacchieri in un bar che, quando gli spieghi dove ti trovavi e cosa è sucesso dopo alla tua psiche, NON ti domanda incredulo “Beh, ma in fondo cosa potrai aver visto?”
-
La P.I.S. NON ti consiglia di guardare il documentario di Netflix sull’attentato che per miracolo non ti ha ammazzata definendolo “un intensissimo capolavoro di umanità” invece di quello che esso realmente è, e cioè: una subdola e succosissima pornografia del dolore (non contesto la sua esistenza. A me piace Titanic. Ma perché va fragorosamente a fondo ed è bello a vedersi, cazzo, perché è catartico, non perché “oh, quanta umanità in queste vittime, l’amore vince sempre”. Non mentiamo a noi stessi, please).
-
La P.I.S. è soprattutto colui o colei che NON si fa bello/a con gli altri tramite il pidocchioso “io conosco una che”, “io sono amica di”. Questa è proprio l’antitesi della P.I.S., amici, non appena il vostro P.I.S. detector vi invia un segnale di questo tipo, fuggite e andate a cercare lontano da lì.
-
La P.I.S. ci tiene al pudore proprio e altrui.
-
La P.I.S. NON finge di interessarsi ai problemi e alle ingiustizie sociali, alle presunte disparità di trattamento, ai dettagli che non tornano, per cercare di metterti in mezzo nel web senza prima chiedertelo. La P.I.S. sa trattenersi dal fare la vittima con le disgrazie degli altri, o il giustiziere non richiesto.
-
La P.I.S. sa bene che se hai un blog come questo, che non promuovi ma che lasci lì nell’etere per quella manciata di lettori che ci capitassero per caso, lo fai per star meglio con te stessa, non certo per far parlare di te.
-
La P.I.S. soprattutto NON dimentica che se un cazzo di blog è anonimo, lo è per una ragione valida, e tale deve restare. La P.I.S. presume che tutti si sappia come si fabbrica uno scoop, ma se una sceglie di non farlo preferendo tranquillità e un basso profilo agli avvoltoi nella mailbox, un motivo c’è e la scelta se cambiare le cose spetta solo e soltanto a lei, senza intermediari.
-
La P.I.S. è colei che, ben conscia di tutto ciò, NON contatta il giornalista-opinionista per segnalare questo blog unitamente al mio cazzo di nome, cosicché il giornalista-opinionista possa immediatamente fiutare l’affare chiedendo alla wannabe-P.I.S. se può contattarmi. La P.I.S. NON è né deve essere il mio guardiano, il mio supporter o il mio difensore.
Credo di aver finito. Credo che ci siamo capiti. Credo che anche se ne parlo (o proprio perché ne parlo), e anche se ho una vita normale (?), ho un cazzo di trauma e ci dovete andare piano. E non importa se “non l’ho fatto apposta, non volevo”. Pensate di più, pensate meglio.
Amici, se ci sono P.I.S. nella vostra vita (sicuramente ce ne sono), tenetevele strette. A quelle che popolano la mia: vi amo, chevvelodicoaffare. Grazie anche alle P.I.S. della blogosfera, vi voglio bene. <3
Peace and love, or war, or whatever, perché da ieri so una nuova cosa di me: che esiste una soglia oltre la quale persino io posso essere ferita, incazzarmi e smettere di essere amichevole.
Lascia un commento