melbourne flinders street station

Italiani a Melbourne: Brunetti, Pellegrini’s e un attentato che lascia un vuoto

Una storia multipla sugli italiani a Melbourne, iniziata con le migrazioni e interrotta nel terrorismo.

Pellegrini’s, culla della coffee culture australiana

scheda sul bar pellegrini da libro su melbourne
La scheda su Pellegrini’s dal mio libro The Melbourne book: A history of now, di Maree Coote

Un paio di settimane fa, prima di dormire, leggevo il mio bellissimo libro sulla città di Melbourne, armata di entusiasmo e di evidenziatore. “Devo andare da Pellegrini’s“, avevo pensato contemplando la variopinta paginetta dedicata a questo iconico bar-ristorante del centro, aperto da due fratelli toscani e passato intatto attraverso decenni di amore corrisposto per la cucina homemade e per la folta comunità italiana cittadina. Una love story sin dal 1954, che quaggiù è come dire da un paio di secoli belli corposi.

Come è noto tra gli italiani a Melbourne, Pellegrini’s è il bar che per primo fece arrivare dalla madrepatria una macchinetta del caffè Nespresso. Così fu gettato in città il primo seme di quella che oggi è una cultura del caffè senza rivali in tutta l’Australia.

Italiani a Melbourne: il “terrore del connazionale”

Leggendo il libro mi ero stupita della mia stessa attenzione. Non posso certo dirmi una grande amante dei covi di connazionali, né degli ingressi ad effetto nei locali esteri per farsi riconoscere secondo la provenienza geografica. E nemmeno di certe pratiche quali le uscite tra sconosciuti per socializzare in virtù della lingua comune. (Le ho anche provate, appena arrivata quaggiù, ma sempre sentendomi un pesce fuor d’acqua).

Semmai preferisco confondermi con la gente del posto e dare informazioni ai turisti smarriti come se vivessi qui da sempre, pavoneggiandomi pure un po’ per nozioni magari apprese per caso il giorno prima. Insomma, con le italianate ci vado sempre cauta, nel timore che all’improvviso si superi la soglia di tolleranza dei decibel o che i raddoppiamenti consonantici vadano fuori controllo, e che in premio parta a tradimento una tarantella. Sorry NOT sorry.

melbourne flinders street station

Italiani a Melbourne: Brunetti

Per dire, qui sono l’anomala italiana che non è mai stata da Brunetti, un altro mitico bar (dal 1985) del quartiere italiano di Carlton. Tra gli italiani a Melbourne, è il primo posto sulla lista di tanti ragazzi che si presentano a cercare lavoro appena arrivati. Ci sono solo passata davanti, esaminando le vetrine piene di ogni bendidio alimentare con sguardo sospettoso.

Ieri invece una mia amica è arrivata in visita da oltreoceano, e prima di presentarsi a casa mia cos’ha fatto? È scesa dall’aereo ed è andata dritta dritta a un appuntamento con dei colleghi da Brunetti, ancora con la valigia. Non sapevo come giustificarmi di non averci mai bevuto nemmeno un caffè.

Ma non divaghiamo; il succo è che non avevo previsto di trovarmi a scrivere questo post, interrogandomi sul caso e sulle connessioni umane, né che l’italianità potesse esserne la causa.

Perché il motivo per cui oggi sto scrivendo è un motivo che fa schifo.

melbourne flinders street station interno binari con grattacieli

Pellegrini’s, un bar mitico

Dal libro, Pellegrini’s mi aveva colpita. Un posto che non cambia menù da sessant’anni, che finisce in un portfolio di eccellenze conservando un look rétro e apprezzato da tutti, qualcosa di speciale doveva proprio averlo. L’anziano signor Sisto, il proprietario dal 1974, sorrideva benevolo dalla fotografia in bianco e nero della pagina dedicata, affermando orgoglioso: “No, Pellegrini’s non è in vendita, l’amore non si può comprare. In futuro, solo qualcuno migliore di noi potrà mandarlo avanti”. Su quella frase avevo deciso che ci sarei andata. Di uno che la pensava così avrei amato tutto, pure il minestrone (e i Millennials odiano, detestano il minestrone).

Ma ieri non ci pensavo, mentre brindavo a casa con la mia amica, scherzando per la gioia di essere insieme: “Sembra già Natale, apriamo il panettone!”. Prese dal trasporto abbiamo persino ipotizzato una cena in un ristorante italiano, una delle prossime sere… Dovevamo proprio essere fuori di noi, ci mancava poco alla tarantella. E poi abbiamo letto la notizia.

L’attentato a Sisto Malaspina

La notizia è che c’è stato un accoltellamento a caso in centro a Melbourne (progettato per essere d’impatto anche peggiore, ma per fortuna non è successo, né voglio soffermarmi su questo). C’è stata una vittima deceduta e questa vittima è il signor Sisto Malaspina di Pellegrini’s, che lavorava a 400 metri da lì e passava per strada. Pare che sia accorso per prestare aiuto, e in tutta risposta l’aggressione.

sisto malaspina al bar pellegrini con lo staff
(Crediti foto: AFP. Fonte: La Stampa)

Una vicenda umana che simboleggiava l’integrazione e la riuscita, interrotta con viltà da una storia di immigrazione e fallimento morale (l’attentatore ucciso dai poliziotti era di origini somale, e si parla di terrorismo islamico come movente). I due estremi di una stessa Australia, “la terra delle opportunità”.

Avendone vissuto uno sulla pelle, le mie reazioni in fatto di attentati sono difficilmente prevedibili: alcune notizie mi colpiscono, ma solitamente rimango piuttosto impassibile. Il mio cervello ha imparato a schermarsi, a restare pienamente operativo bloccando ogni emozione sul nascere.

Abbattimento e domande

Invece, a sorpresa, questo fatto mi ha scossa e intristita nel profondo, più che se avesse riguardato qualcuno di provenienza diversa. Oggi ho rinunciato a uscire e a fare ciò che avevo programmato, volendo evitare di transitare nella zona in cui questo signore così benvoluto da tutta la comunità, di italiani a Melbourne e non solo (basti leggere i giornali locali e gli innumerevoli messaggi di cordoglio sul web), ha finito così brutalmente di vivere.

Io però sono anche quella che non sopporta i vari “Prima gli italiani” e che, quando succede una cosa brutta con più persone coinvolte, odia leggere sulla stampa di come ovunque nel mondo ci si preoccupi soprattutto per i propri connazionali. Eppure, oggi sono più triste. Succede anche a voi in questi casi? Ha senso?

E perché? Cosa aveva questa persona di diverso da altre sentite alle news? Solidarietà tra emigrati? Tra emigrati più lontani? Tra emigrati poco fortunati che incrociano la traiettoria di gente che dovrebbe starsene rinchiusa, con la chiave buttata via? Non so. O semplicemente perché, nonostante si rifuggano certi ambienti e certe frequentazioni, l’essere italiani lascia dentro di noi, anche i più restii, più di quanto siamo disposti ad ammettere?

Oggi davanti a Pellegrini’s ci sono tanti fiori (ormai molti di più che nella foto), e io non so rispondere.

bar pellegrini con fiori in lutto per sisto malaspina
(Credito foto: AFP. Fonte: La Stampa)

[Ultimo aggiornamento: 26/07/20]


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Commenti

  1. Avatar trentazero

    Ero li’ durante l’attentato di Sydney ed ero incredula che fosse accaduto in “quell’isola felice”, in questi anni una certa parte politica sembrava non aspettasse che un attacco terroristico per diventar piu’ forte ma io pensavo fosse improbabile.

    Mi dispiace molto per Pellegrini, sembrava proprio un bravo signore e come tutti, non se lo meritava proprio di venire in contatto con quel codardo.

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Infatti. Sulla politica ho la tua stessa impressione… Ultimamente si parla di donazioni non troppo velate che le gun lobbies starebbero versando a certi personaggi di spessore, incluso il premier, affinché siano ammorbidite le leggi sulle armi. Che schifo. Spero che ci siano le dovute proteste.

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Eh… L’attentatore è morto anche lui ucciso dai poliziotti, ma spero comunque che le pene per questi reati si facciano più severe. Non si può morire così.

  2. Avatar affascinailtuocuore

    duro colpo! Mi dispiace per tutta la comunità Italiana Melbourne e per la città tutta.

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      🙁 Ti ringrazio. 😘

  3. Avatar Alessandra
    Alessandra

    Mi dispiace per quello che é successo. Io comunque quando sono all’estero sono sempre felice di incontrare degli italiani o sentire parlare l’italiano…é come sentirsi a casa. Questo non significa che io pensi che gli italiani siano superiori agli altri, anzi. 😊❤️

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Ne sono certa 🙂 Io sono sempre rimasta piuttosto diffidente perché ho conosciuto troppe persone per le quali il solo fatto di essere entrambi italiani implicava automaticamente il doversi “aggregare”… Però a volte apprezzo anch’io una bella chiacchierata nella lingua madre, eh! 🙂

  4. Avatar romolo giacani

    È normale che tu sia un po’ più triste. Anche inconsciamente, comunque hanno colpito una persona che in quanto italiano, senti più vicina di altri. Penso sia naturale, funziona con gente della stessa regione o città, figuriamoci d’altra parte del mondo. Parafrasando Russel, “non possiamo non sentirci italiani”

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Alla fine sì, mi sa che non si sfugge. Grazie!

  5. Avatar Guido Sperandio

    Devo arrivarci con la testa e non col cuore, perchè tutto quello che è accaduto è così lontano. So benissimo che se fosse accaduto non dico qui a Milano, ma anche a Palermo, la mia emozione sarebbe differente.
    E la testa mi sprofonda in polemiche col mondo, con l’idiozia e la pazzia della specie umana, senza differenze di nazionalità, mi fa ripetere come una democrazia sia vulnerabile e come le dittature l’assassinio degli innocenti lo facciano ragione di Stato per cui diventa legale, ma tu mi dirai: cosa ti va bene? E ti risponderei che si torna al punto di partenza: la specie umana bacata.
    Per cui i pochi degni è destino che vengano soppressi dagli indegni. Non so… non so più niente…
    Certo, capisco, sempre con la testa, la tua emozione per i tanti motivi troppo evidenti per essere citati.
    Riesco solo a dire: andiamo avanti a inventarci la vita e dicendoci che domani è un altro giorno.

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Che bel pensiero. Sono d’accordo con tutto… la specie umana bacata e il “domani è un altro giorno”. Anche a me non va bene nulla, oggigiorno 🙂 Mi piace anche questa distinzione dell’arrivare alle cose con la testa // col cuore.

  6. Avatar massimolegnani

    El leggere la notizia ti ho pensata, non tanto per i tuoi trascorsi quanto per quel bel brano (dalla Tasmania?) in cui ci raccontavi della legge sulla messa al bando delle armi che faceva bene sperare. Certo contro uno che usa bombole del gas e un coltellaccio da cucina nessuna legge può fare prevenzione.
    Un abbraccio
    ml

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Grazie, Massimo. Pensa che questo attacco lo hanno classificato come “low skilled” per la poca dimestichezza dell’autore con armi ed esplosivi. Altrimenti il bilancio sarebbe stato ben diverso, e come dici tu non è che si possa prevedere tutto (ma anche nel bene, per fortuna, continuiamo a concentrarci su questo). Voglio pensare che la cultura peculiare di questo continente aiuti… Sì, ne parlavo sulla sparatoria in Tasmania. Che mondo.

  7. Avatar giuliacalli

    Non sapevo di questo fatto, che triste 😦
    Per rispondere alla tua domanda, credo che si, sia normale sentirsi più toccati quando certi eventi toccano persone con cui condividiamo la nazionalità. E secondo me è per il motivo che citi alla fine: anche cercando di mantenere uno sguardo obiettivo ed empatico verso tutti, una parte ancestrale di noi è legata emotivamente al nostro paese di origine (ma possiamo continuare a viverlo internamente, senza cercare la vicinanza forzata con altri italiani solo perché connazionali 😉 )

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Grazie Giulia <3 Sono d’accordo su tutto 🙂

  8. Avatar Demonio
    Demonio

    Sono impegnatissimo per lavoro e poco informato sui fatti recenti ma appena letta la notizia ho pensato inevitabilmente a te. Non si rispondere alla tua domanda forse perché come te, all’estero evito gli italiani e mi piace mimetizzarmi. Nel caso specifico non provo più o meno dispiacere rispetto ad una qualunque altra vittima di altra nazionalità. Più che per nazionalità la mia mente ragiona per contenuti: brava persona deceduta genera dispiacere , cattiva persona deceduta genera indifferenza se non addirittura soddisfazione. In questo caso sembra che la vittima fosse una brava persona quindi dispiace a prescindere mentre l’aggressore è l’ennesimo deficente che come hai ben detto avrà solo fatto da pretesto per chi, su queste cose ci costruisce fortune e consenso.

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Grazie del commento! Sicuramente interviene sempre anche la logica “brava persona”/”cattiva persona”. Io mi sono stupita perché con la mia amica, poco prima, dicevamo cose come “solo UNA vittima”, “poteva andare peggio”, poi si è saputo chi fosse questa persona e mi sono sorpresa ad avere tutt’altra reazione, mi ha dato da pensare. Buon lavoro! 🙂

      1. Avatar Demonio
        Demonio

        Si, capisco la tua reazione ma credo sia abbastanza normale, a me probabilmente non avviene perché prevale la mia asocialità ed il non sentirmi parte fino in fondo di alcun nazionalismo.Ma io sono un caso a parte e sono conscio dei miei limiti sentimentali.

        1. Avatar Lucy the Wombat
          Lucy the Wombat

          Non credo sia un limite! Un limite è pensare di essere in un certo modo ma essere tutt’altro nella realtà. Credo che anche l’asocialità per come la intendiamo noi sia ingiustamente demonizzata! Ah ma giusto tu sei un demonio! 🙂

          1. Avatar Demonio
            Demonio

            E si, anche questo motivo alla fine potrebbe entrare tra le spiegazioni del nick!

          2. Avatar Demonio
            Demonio

            Forse hai ragione…il difficile è farlo capire agli altri!

          3. Avatar Lucy the Wombat
            Lucy the Wombat

            Secondo me poi, oggi che è così facile esprimersi, riuscire a diffondere un’idea sensata è ancora più difficile!

          4. Avatar Demonio
            Demonio

            E questo è poco ma sicuro…siamo circondati da sordi…e stupidi…

        2. Avatar Lucy the Wombat
          Lucy the Wombat

          Mi hai riportato alla mente il preside della mia scuola che, quando veniva messo ai ferri corti, rispondeva “Questo è un dialogo tra sordi!”, e noi così °_° 🙂

          1. Avatar Demonio
            Demonio

            e la stupidità oggi di sordi ne crea a milioni!

  9. Avatar Cristina

    Mi dispiace molto. Queste cose sono sempre tremende e credo che viverle da vicino sia ancora peggio.
    Non facciamoci spaventare però !

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Ti ringrazio Cristina, è giusto sottolineare anche questo!

  10. Avatar Giovy Malfiori
    Giovy Malfiori

    Ho letto l’altro ieri di questa persona (e avevo già sentito della vicenda di Melbourne) e, lo ammetto, mi sei venuta in mente. Restare senza parole in un momento così è più che normale. Datti del tempo.

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Grazie Giovy ;*

  11. Avatar Misa

    Che storia triste! Ho letto dell’attentato ma poi non avevo più sentito nulla. Credo sia normale sentirsi più dispiaciuti quando una tragedia colpisce un connazionale, soprattutto se si è all’estero, lontani da casa e volenti o nolenti, che si frequentino o meno, le comunità di italiani possono essere una rete d’aiuto nei momenti d’emergenza. Pensa a cosa è successo a Marsiglia 😦 Il fatto poi che si trattasse di un uomo che viveva lì da moltissimo tempo e che fosse così amato da tutti lascia un senso di ingiustizia totale. Pensi alla fatica che deve aver fatto nel trasferirsi, nei sacrifici per inserirsi e per sentirsi amato e poi tutto finisce così. E’ inaccettabile!

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Vero, è terribile, in qualunque parte del mondo succeda 🙁 Grazie!

  12. Avatar Sara

    Sono notizie che fanno male, e che fanno rimanere senza parole.
    Più che altro perchè sono inspiegabili e non c’è una spiegazione logica a questi tipi di tragedie.
    Ci si sente solo molto tristi e impotenti…

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      La mancanza di logica fa ancora più male 🙁

  13. Avatar Claudia

    Storia triste che danneggia questa impressione di isola felice che abbiamo qui in Australia. Speriamo, come sempre, che resti un caso isolato, e nel frattempo pensiamo al Signor Pellegrini e alla sua famiglia. x

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Assolutamente. A me questi fatti fanno pensare che il mondo è più piccolo di come sembra (Bourke Street poi non è nemmeno una novità…) 🙁

  14. Avatar valekappa90
    valekappa90

    Mi associo a te, a quello che provi e alla tua difficoltà nel saperti dare risposte. Non credo ce ne sia una giusta, probabilmente un po’ entra in gioco la vicinanza e la solidarietà tra connazionali, più probabilmente, invece, è l’ennesima forma di odio e brutalità cieca contro la vita, contro l’innocenza, contro la libertà. Sono senza parole…

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Grazie Vale 🙁 Non ho mai pensato che questo posto fosse un’”isola felice” ma quando vedi che un certo tipo di delirio violento arriva ovunque ti prende malissimo 🙁

  15. Avatar Dani

    Sono stata a Melbourne meno di 2 mesi fa e la notizia dell’attentato mi ha un po’ scossa… vedevo l’Australia come un Paese quasi immune a questi eventi… evidentemente mi sbagliavo 🙁

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Purtroppo no. Già nel 2017 ci furono 6 morti nella stessa strada 🙁

  16. Avatar almerighi

    ma perché, cazzo, perché?????

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Vallo a sapere :-/

      1. Avatar almerighi

        uomini contro altri uomini del tutto innocenti

        1. Avatar Lucy the Wombat
          Lucy the Wombat

          Loro sono convinti di no. Potere del cervello lavato.

          1. Avatar almerighi

            più che lavato, proprio inservibile

  17. Avatar CesKoZ

    Ciao Lucy,
    sono emigrante anche io ed ero a Bruxelles (già da diversi anni) quando ci sono stati gli attentati e col fatto che lavoro per la televisione come cameraman in quei giorni sono stato (dopo le trasferte parigine per Charlie Hebdo e il Bataclan – che ho capito che ti tocca direttamente e quando ho letto che eri lì ho avuto una scossa di brividi e non ho idea di cosa dirti quindi non dico niente ma fa come se ti avessi abbracciata, ma un abbraccio di quelli che fanno piacere, non che ti dia fastidio eh) continuamente nei luoghi della strage e poi alla ricerca di Salah per Molenbeek e insomma se devo dire la verità, la prima volta in cui mi sono concesso la libertà di piangere (forse perché prima ero troppo intento a lavorare) è stato di fronte ad una fotocopia attaccata su un palo: c’era la foto di una ragazza giovanissima dal nome strano che sorrideva all’obbiettivo e sotto la scritta “Have you seen my Altegrim?”. C’era scritto che non se ne avevano notizie dal giorno dell’attentato e c’era un numero di telefono. Poteva averlo messo la mamma, il fidanzato, un’amica, non ne ho idea. Ma la normalità di quella foto in contrasto con l’assurdità della stazione metro a 200mt distrutta mi hanno lacerato. Dopo il Bataclan ho pianto leggendo la storia del ragazzo che ha perso la moglie nell’attentato ma che è riuscito a scrivere “non avrete il mio odio”. I nomi delle vittime italiane non mi hanno smosso particolarmente perché erano solo nomi. Vedere una faccia, leggere una storia, ti portano brutalmente a capire il fatto che quelle erano vite come la tua e che sono state spezzate da una follia inconcepibile (ma neanche troppo). La morte di Sisto è tragica non perché fosse italiano, ma perché ne avevi letto la Storia, ti aveva incuriosito e addirittura sembra sia morto per andare ad aiutare. Era come se un po’ sapessi chi fosse. E se fosse stato un marocchino o un portoghese sarebbe stato uguale. Non credo abbia alcun senso piangere “di più” per un connazionale. Cioè se sento che è scoppiata una bomba a Istambul, mi chiedo subito se ci fossero bambini, quante persone sono morte e quante ferite, non me ne frega un cazzo di che nazionalità fossero, mi sento male e basta. Scusa, non so se mi sono spiegato e non so manco più che ti volevo scrivere all’inizio. Comunque mi dispiace tantissimo per Sisto perché ne hai condiviso la storia, non perché fosse italiano. Un saluto da Bruxelles.

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Ciao! Ti ringrazio molto per questo messaggio! Mi dispiace per Bruxelles, per il fatto che tu sia stato costretto a frequentare i posti degli attentati (magari beccandoti anche occhiatacce dai passanti data la telecamera… La famosa amalgame…). Hai ragione, la Storia se non è tutto è comunque molto e fa la differenza nella nostra percezione delle cose. Anche a me ha toccata molto il libro di Antoine, che in un certo senso ci stava tutto, anche perché è stato scritto in fase di shock e lutto ancora fortissimi in un momento in cui si era tutti incapaci di processare qualsivoglia emozione negativa. Non che ora il suo messaggio sarebbe stato diverso, non so se mi spiego🤦Anch’io di fronte a certe notizie mi prendo male sempre, e l’aver vissuto una cosa come quella di Parigi da straniera lo rende ancora più inevitabile. Poi la storia di Sisto secondo me tocca ancora di più perché era un ristoratore, e noi sappiamo bene anche culturalmente che il cibo è un prodotto di cura e amore tra i più potenti, quindi non so, per tutti questi motivi insieme ci sono rimasta malissimo.

  18. Avatar Francesca

    Ho letto la notizia e mi sei venuta in mente. Non so se la notizia ci colpisce perchè riguarda un italiano, ma voglio pensare che ci colpisca perchè riguarda un immigrato italiano. Morire lontano da casa, quando si è dato tanto al paese che ci ha accolti, è una notizia che storidisce. Ho fatto un discorso strano, ma è difficile spiegare a parole. Un abbraccio.

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Sei stata chiarissima, e penso proprio che tu abbia ragione. Grazie mille 😘

  19. Avatar Deborah

    Penso sia innato il fatto di reagire con almeno un minimo di tristezza quando capita qualcosa a dei connazionali nel mondo…
    Peccato questo avvenga sempre per conseguenza di scelte sbagliate altrui…

    Deb!

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Infatti il problema è proprio quello. Quest’odio random che circola.

    1. Avatar Lucy the Wombat
      Lucy the Wombat

      Eh. L’altro giorno è successa la stessa cosa a Sydney, uguale uguale.

      1. Avatar Celia

        Ma porca troia.

        1. Avatar Lucy the Wombat
          Lucy the Wombat

          Indeed ._.

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  21. […] sono sentita più al sicuro da attentati e dalla […]

  22. Avatar luisa zambrotta

    Ho appena sentito al telegiornale che il caffè espresso napoletano potrebbe diventare patrimonio dell’Unesco!

    1. Avatar Lucy the Wombat

      Davvero? Avrebbe la mia approvazione! ^_^

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